Dizionario Arte

Sluter, Claus

Sluter, Claus. Scultore olandese, ma attivo soprattutto a Digione. Il più grande scultore in pietra dell’Europa del nord e figura di enorme importanza nella transizione tra il gotico internazionale e uno stile più corposo e naturalistico. Per la prima volta lo troviamo nominato a Bruxelles (1379 ca) in un documento che conferma la sua provenienza da Haarlem. Nel 1385 entrò al servizio di Filippo il Calvo duca di Borgogna, di cui Digione era la capitale.

Tutte le opere esistenti di Sluter  fatte per Filippo e quasi tutte a Digione. Per la Certosa di Champmol, un monastero fondato da Filippo, scolpì le figure della porta della cappella attorno al 1390, e un gruppo per una fontana di cui oggi sopravvive solo la base, conosciuta come Fonte di Mosè (1395-1403). Il monastero  distrutto durante la rivoluzione francese e il portale e la Fonte di Mosè fanno ora parte dell’ospedale psichiatrico che ne occupa l’area.

La Fonte comprende sei figure di profeti

La Fonte comprende sei figure di profeti di monumentale dignità, che comunicano una forte presenza fisica e, quanto allo studio espressivo, rivaleggiano con i profeti di Donatello  scolpiti circa venti anni prima. Originariamente le figure dei profeti erano dipinte (da Malouel) e quella di Geremia si sa che portava occhiali di rame, perché ne è stata conservata la nota di pagamento.

Del gruppo del Calvario, che sormontava la fontana (la quale simboleggiava la ‘fonte della vita’), rimangono solo frammenti conservati nel Museo Archeologico di Digione: questi comprendono la testa e il busto di Cristo, una delle opere più belle di Sluter, in cui l’espressione di sofferenza, stoicamente sopportata, è profondamente toccante.

L’ultimo lavoro di Sluter

L’ultimo lavoro di Sluter fu la tomba di Filippo il Calvo, iniziata nel 1404 e rimasta incompleta a causa della morte dell’artista (Musée des Beaux Arts, Digione). Gran parte di questa opera venne eseguita dal nipote e assistente di Sluter, Claus de Werve (morto nel 1439). Le figure dei pleurants (i piangenti) che formano il fregio attorno al sarcofago appartengono alla mano del maestro e, sebbene siano alti solo quaranta centimetri, hanno grande solennità. Essi sottolineano la grande abilità di Sluter nell’usare le pesanti pieghe del panneggio per ottenere l’effetto espressivo (anche se per la verità alcuni dei piangenti sono così avviluppati nelle loro vesti voluminose che non sono nient’altro se non queste).

Erwin Panofsky

Erwin Panofsky scrisse (Early Netherlandish painting, 1953) che è “l’emanazione concentrata dello stile di Sluter che noi intendiamo quando parliamo di ‘scuola di scultura di Borgogna del XV secolo'”: il suo lavoro ebbe grande influenza anche sui pittori.

L’enfatica plasticità del Maestro di Flémalle prende ispirazione da Sluter, e nella sua Sepoltura (Courtauld Gallery, Londra, 1410-20 ca), che si colloca all’inizio della più giovane tradizione pittorica dei Paesi Bassi, l’angelo che si asciuga una lacrima con il dorso della mano è una citazione dalla Fonte di Mosè.

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