Agritessuti, la sfilata
Moda

AGRITESSUTI, DALL’ITALIA L’EVOLUZIONE GREEN

Sono donne, imprenditrici e soprattutto delle vere rivoluzionare: gli Agritessuti sono la nuova frontiera dell’ecosostenibilità

Roma. È italiana la nuova frontiera ecocompatibile del settore tessile nostrano. L’associazione Donne in Campo di Cia lancia, infatti, il progetto Agritessuti: un marchio eco-friendly che unisce l’agricoltura alla moda.

Il Made in Italy, dunque, si fa sempre più vicino alle esigenze green maturate dopo anni di sfregi ai danni del pianeta, perseguite dal comparto, a livello internazionale.

Tale scopo è evidente nella passata Milano Fashion Week, manifestazione che ha visto l’eco-sostenibilità al centro della kermesse con l’iniziativa Green Carpet Fashion Awards.

La lavanda di Agritessuto

Pina Terenzi, Presidente Nazionale di “Donne in Campo” specifica, però, che il progetto è ancora in fase embrionale. “È una filiera tutta da costruire, ma di cui abbiamo il konw-how, considerata la vicinanza tra le donne e la tradizione tessile, nella storia e ancora oggi. Per questo ribadiamo la necessità di dare vita a tavoli di filiera dedicati; al Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali, a sostegno della produzione di fibre naturali, a cui andrà affiancata la creazione di impianti di trasformazione, diffusi sul territorio e in particolare nelle aree interne. Ciò, per mettere a disposizione dell’industria e dell’artigianato, un prodotto di qualità, certificato, tracciato e sostenibile“.

Come ormai risaputo, la moda inquina quasi quanto l’industria petrolifera.

A questo si aggiunge, inoltre, la richiesta (con il conseguente aumento produttivo) di capi d’abbigliamento fast che incentivano l’inquinamento.

Il progetto Agritessuti, quindi, si pone in contrasto con la tendenza dell’usa e getta, molto in voga negli ultimi anni.

Produrre fibre sintetiche significa avvelenare il nostro pianeta di sostanze chimiche e letali per l’ecosistema.

Già il 4 marzo 2018 avevamo sollevato il problema: può la moda essere realmente etica? Le Nazioni Unite risposero con un grave no e la loro indagine risultò realmente compromettente (i numeri e i fatti in questo articolo).

L’obiettivo di Donne di Campo

Il coinvolgimento di più figure professionali è l’obiettivo di Donne di Campo. In questa fase embrionale, infatti, fare squadra è essenziale affinché il progetto funzioni.

Sguardo attento, dunque, alle aziende agricole che potrebbero incentivare Agritessuti con gli scarti di scorze di melograno, ricci di castagno, foglie dei carciofi e bucce di cipolla. Ma il progetto si rivolge anche ai produttori di piante officinali e tintorie che lavorano, ad esempio, lavanda e camomilla.

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