asburgo
Dizionario Arte

ASBURGO (O ABSBURGO)

Asburgo. Una delle più importanti dinastie regnanti della storia europea, tra i cui componenti compaiono molti mecenati e collezionisti d’arte di rilievo. Le origini della famiglia possono essere fatte risalire al X secolo, ed essa stabilì in Austria la monarchia ereditaria a partire dal XIII secolo.

Dal 1452 detenne il titolo del Sacro Romano Impero quasi ininterrottamente fino a quando, nel 1806, Napoleone pose fine all’impero. I territori del casato raggiunsero la più grande estensione all’inizio del XVI secolo, sotto Carlo V. Il quale – grazie ad azioni diplomatiche, a matrimoni strategici e a conquiste – governò uno dei più grandi imperi mai esistiti: oltre a conservare il suo nucleo originario nell’Europa centrale, comprendeva la Spagna, il regno di Napoli, altre zone dell’Italia e gran parte dei Paesi Bassi, così come vasti possedimenti coloniali nelle Americhe.

Quando nel 1556 Carlo abdicò

L’impero fu diviso tra suo figlio Filippo, che ereditò la Spagna, le colonie del Nuovo Mondo, i possedimenti italiani e i Paesi Bassi. E suo fratello Ferdinando, ereditò la parte restante (i territori ‘austriaci’) e il titolo di imperatore. Gli Asburgo governarono in Spagna fino al 1700 e in Austria fino al 1918, quando lo scompiglio della prima guerra mondiale condusse la dinastia alla sua fine.

Massimiliano I (1459-1519)

Massimiliano I (1459-1519), che divenne imperatore nel 1493 e regnò fino alla morte, fu uno dei regnanti più colti del suo tempo (egli stesso era uno scrittore di talento) e il primo dei grandi mecenati asburgici. È noto anche come ‘l’ultimo cavaliere’, poiché per certi aspetti incarnò l’ultimo rappresentante delle consuetudini del mondo medievale (fu per esempio il principale finanziatore di armaioli dell’epoca, e lo stile elegante delle armature tedesche caratteristico di quel periodo è noto con il suo stesso nome).

Per altri aspetti, tuttavia, Massimiliano I fu un precursore. In particolare nella considerazione che nutriva per il potere della stampa tipografica e per il valore di propaganda dell’arte. L’esempio più memorabile del suo utilizzo della propaganda visiva fu l’enorme xilografia del Portale d’onore, un arco di trionfo stampato con più di cento legni, che celebrava i successi del casato; ne furono prodotte 700 copie, da distribuirsi per tutto l’impero.

Dürer, che sovrintese al progetto, finì il disegno nel 1515, ma l’intaglio dei legni richiese altri due anni di lavoro, e la stampa non fu pronta prima del 1518. Tra gli altri artisti che lavorarono per Massimiliano figurano Hans Burgkmair il Vecchio e Bernhard Strigel. Spesso dovettero aspettare a lungo per essere pagati, perché l’imperatore era costantemente in difficoltà finanziarie.

La sua tomba (o più precisamente il suo monumento, dato che è seppellito altrove) nella Hofkirche di Innsbruck, fu cominciata nel 1508 come un grande monumento commemorativo dinastico, ma il progetto risultò parecchio ridimensionato quando, più di mezzo secolo dopo, fu completato. Lavorarono diversi artisti a esso, tra cui Peter Vischer il Vecchio.

A Massimiliano successe il nipote Carlo

Asburgo

A Massimiliano successe il nipote Carlo d’Asburgo (1500-1558), che governò l’impero come Carlo V dal 1519 al 1556, e fu anche re di Spagna come Carlo I dal 1516 al 1556; rinunciò a entrambi i titoli due anni prima della morte, e si ritirò a condurre una vita di devota religiosità. Il suo ingombrante impero era divenuto ormai ingovernabile a fronte di numerosi problemi, non ultimo la diffusione del protestantesimo.

Carlo aveva interessi in vari campi e collezionava carte geografiche, mappamondi e strumenti scientifici, così come quadri, arazzi, libri, armi e armature, monete, gioielli e perfino oggetti fatti di piume provenienti dalle Americhe. Il suo pittore preferito era Tiziano, che visitò due volte la corte imperiale ad Augusta, e tra gli altri artisti che sovvenzionò ci sono lo scultore Leone Leoni e l’architetto Pedro Machuca.

La zia di Carlo Margherita d’Austria (1480-1530)

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La zia di Carlo Margherita d’Austria (1480-1530) e la sorella Maria d’Ungheria (1505-1558) governarono i Paesi Bassi in tempi diversi (rispettivamente dal 1507 al 1530 e dal 1530 al 1556). Entrambe amavano l’arte e ciascuna a turno possedette I coniugi Arnolfini di Jan Van Eyck (1434, National Gallery, Londra). Maria possedeva anche un altro celebre capolavoro della pittura olandese, la Deposizione di Rogier Van der Weyden (1440 ca, Prado, Madrid). Bernard Van Orley fu al servizio di entrambe come pittore di corte.

Il nipote di Carlo Massimiliano II (1527-1576)

Il nipote di Carlo Massimiliano II d’Asburgo (1527-1576), che divenne imperatore nel 1564. Era un appassionato d’arte e intellettuale, e fu uno dei principali mecenati di Giuseppe Arcimboldo.
Arcimboldo lavorò anche per il figlio di Massimiliano Rodolfo II d’Asburgo (1552-1612), che divenne imperatore nel 1576. Fu il mecenate e collezionista asburgico più memorabile, senza dubbio uno dei più grandi appassionati d’arte della storia. Dal punto di vista politico, la sua carriera fu un disastro. Era soggetto a crisi depressive, e passò lunghi periodi in semi-isolamento, così da non poter governare in maniera efficace (nel 1611 fu obbligato ad abdicare in favore del fratello Mattia, e prese il titolo di re di Boemia).

A ogni modo, la sua passione per l’arte e le scienze rese la sua capitale Praga uno dei principali centri culturali d’Eure opa. Il suo mecenatismo attrasse una serie di celebri artisti, scienziati e studiosi (tra cui gli astronomi Thimo Brahe Johannes Keplero), e la sua collezione di dipinti fu una delle più vaste mai realizzate.

Tra gli artisti che lavorarono per lui a Praga ci furono Hans von Aachen, Roelandt Savery, Bartholomeus Spranger e Adriaen de Vries. Commissionò opere anche ad alcuni dei principali maestri italiani dell’epoca, tra cui *Barrocci, Tintoretto e Veronese. Tra gli artisti del passato amava in modo particolare Bruegel e Dürer. Oltre a dipinti e sculture, collezionò anche oggetti d’arte applicata e curiosità di ogni tipo.

Le collezioni di Rodolfo

Le collezioni di Rodolfo d’Asburgo vennero disperse dopo la sua morte. Nonostante ciò parecchi dei dipinti si trovano oggi al Kunsthistorisches Museum di Vienna, il più grande monumento agli interessi artistici degli Asburgo. Il vero padre della collezione di dipinti del museo fu l’arciduca Leopoldo Guglielmo (1614-1662).

Fu governatore dei Paesi Bassi spagnoli dal 1646 al 1656, e durante questo periodo, trovandosi al centro del mercato internazionale d’arte, acquistò dipinti su vasta scala, traendo vantaggio dall’agitazione politica del tempo (tra cui la dispersione della collezione di Carlo I d’Inghilterra dopo che fu giustiziato nel 1649; vedi Collezione reale).

Il suo pittore di corte, David Teniers il Giovane, realizzò molti dipinti che mostravano la sua celebre collezione. Era particolarmente ricca di quadri italiani del XVI secolo (specialmente veneziani) e di quadri fiamminghi dal XV al XVII secolo.

Maria Teresa (1717-1780

Tra gli ultimi mecenati asburgici ci furono Maria Teresa (1717-1780; imperatrice del Sacro Romano Impero dal 1740 al 1765), che acquistò numerosi dipinti, in particolare di Rubens, e sovvenzionò Bellotto, e suo figlio Giuseppe II (1741-1790; regnò dal 1765), che aprì al pubblico le collezioni imperiali nel 1781.

A Giuseppe successe il fratello Leopoldo II (1747-1792). Questi regnò solo due anni prima di morire, ma in precedenza, come granduca Pietro Leopoldo, aveva rivestito un ruolo importante nella vita artistica fiorentina (vedi Uffizi).
Tra i monarchi asburgici di Spagna ci furono due mecenati e collezionisti che possono essere considerati tra i più grandi della storia, Filippo II (1527-1598; regnò dal 1556) e suo nipote Filippo IV (1605-1665; regnò dal 1621).

Filippo II, figlio di Carlo V, visse una vita austera da molti punti di vista – fu molto religioso e ossessivamente devoto al lavoro burocratico -ma nutrì anche una sincera passione per l’arte. La più grande testimonianza artistica del suo regno è l’ Escorial, l’enorme palazzo-monastero vicino a Madrid, iniziato nel 1563

Per le decorazioni fece arrivare dall’Italia molti artisti

Per le decorazioni fece arrivare dall’Italia molti artisti. Iniziò a collezionare dipinti su scala così vasta come prima non s’era mai visto in Spagna. Al termine della vita ne possedeva circa 1500, che costituirono il nucleo iniziale della collezione reale spagnola che oggi è il cuore del Prado.

Il suo pittore vivente preferito era Tiziano, di cui fu il mecenate più importante dell’ultimo periodo della carriera. Tra i pittori del passato ammirava in modo particolare Bosch. Oltre ai dipinti collezionò libri e manoscritti, così come sculture, arazzi, armi e armature, oggetti antichi e altro.

All’inizio del suo regno, la Spagna era al culmine di potenza e ricchezza, ma negli anni successivi dovette andare incontro a parecchie battute d’arresto, tra cui la sconfitta dell’Armada spagnola nel 1588. Nei suoi ultimi anni di vita il paese era ormai in declino.

Sotto Filippo IV

Sotto Filippo IV questo declino politico accelerò, ma il suo regno fu testimone di una gloriosa fioritura dell’arte spagnola. Il suo artista preferito era Velázquez, che realizzò numerosi ritratti di lui e della sua famiglia. Ma diede lavoro anche a molti altri artisti illustri di quest’età dell’oro, in particolare per la decorazione dei palazzi reali.

Che, oltre all’Escorial, comprendevano il palazzo del Buen Retiro. Costruito a Madrid negli anni Trenta del Seicento, e la Torre de la Parada, un casino di caccia vicino a Madrid che Filippo fece ampliare nel 1635-37.

Rubens e i suoi collaboratori realizzarono più di cento scene mitologiche per la Torre de la Parada. Mentre per il Buen Retiro il numero di opere richieste era tale che ne vennero commissionate anche dall’Olanda e dall’Italia (tra gli artisti interpellati ci fu anche Claude Lorrain), così come da artisti spagnoli, tra cui Mayno (che aveva insegnato a disegnare a Filippo quando era bambino), Pereda e Zurbarán.

Filippo acquistò anche quadri di artisti del passato, comprese opere di alcuni dei più grandi maestri del rinascimento, in particolare Raffaello e Tiziano.

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