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Bene la Salome di Carsen

15 minuti di applausi hanno salutato l’esordio dell’opera al Regio di Torino, nell’originale rilettura del regista canadese

Baci saffici, scene fetish e una danza dei sette veli completamente stravolta, con un gruppo di arzilli vecchietti che si denudano di fronte a una Salome incitante ed eccitata. Non nuovo a riletture ardite e coraggiose, Robert Carsen ha fatto centro un’altra volta. Almeno a giudicare dai 15 minuti di applausi che hanno salutato la "prima" dell’opera di Strauss andata in scena martedì 26 febbraio al Teatro Regio di Torino. Prodotta con il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e il Teatro Real di Madrid (dove sarà in cartellone l’anno prossimo) l’opera sarà replicata fino a domenica 9 marzo.

Dopo aver diretto un’apprezzata Rusalka sempre a Torino e il contestato Candide in Francia e alla Scala di Milano, Carsen ha firmato una Salome ricca di invenzioni e novità, ben assecondato dalle scarne ma evocative scene di Radu Boruzescu, dai costumi di Miruna Boruzescu e dalla coreografie di Philippe Giraudeau. Protagonista del ruolo eponimo è la soprano Nicola Beller Carbone, tedesca di nascita ma cresciuta a Madrid, che Carsen ha trasformato in una bambina viziata e irriverente, sensuale come richiede il ruolo.

Ma è nelle celebre danza dei sette veli che il regista canadese ha inserito lo stravolgimento più accattivante del suo allestimento, affidandone l’esecuzione a un gruppo di arzilli vecchietti che si denudano voluttuosamente al cospetto della bella peccatrice. L’opera si apre su un fondo grigio sul quale sono proiettate (a cura di Dario Cioni) le immagini di una sala da gioco. Improvvisamente le quinte si muovono, portando alla vista del pubblico un deserto rosso, il luogo ove il profeta rifiuta il bacio di Salome, fino a morirne.

Di pari gradevolezza estetica e capacità canora si è dimostrato il baritono afroamericano Mark S. Doss (Jochanaan). Consensi hanno riscosso anche il tenore Peter Bronder (Erode, già presente con Doss nel cast dell’edizione scaligera del 2007 diretta da Bondy) e il mezzosoprano Dagmar Peckova (Erodiade). Dopo un’ora e quaranta di spettacolo, seguito con grande attenzione e in religioso silenzio, il pubblico ha, come detto, tributato 15 minuti di applausi all’intero cast, al quale si sono uniti il direttore d’orchestra Gianandrea Noseda, in compagnia del regista, dello scenografo, della costumista e del coreografo. Fra il pubblico è stata notata la presenza della presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, e del sindaco di Torino, Sergio Chiamparino, che al derby calcistico cittadino ha preferito le arie di Strauss.

Sono stati diversi gli allestimenti dell’opera di Strauss andati in scena in Italia di recente: da quello visto a nel luglio del 2007 al Festival della Valle d’Itria, a quello più convincente andato in scena alla Scala nel marzo dello stesso anno per la regia di Luc Bondy. Senza dimenticare quello "scandaloso" firmato Giorgio Albertazzi per l’Opera di Roma. (e.f.)

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