Bielorussia-Polonia: le terribili condizioni di vite umane sfruttate ai confini, ma l’Ue non agisce
Amnesty fa il punto sulla situazione tra Bielorussia e Polonia: errati gli interventi europei
Dal giugno di quest’anno si sta verificando quella che i leader europei hanno definito una “minaccia ibrida” ai confini tra Bielorussia e Polonia. Il numero delle persone in arrivo dalla Bielorussia nei territori dell’Unione Europea è aumentato in maniera esponenziale.
Da allora, migliaia di richiedenti asilo, profughi e migranti si trovano al centro di uno sporco gioco sulle loro vite. Da un lato, le forze bielorusse li spingono in Polonia. Dall’altro, quelle polacche li respingono dall’altro lato della frontiera.
Amnesty International ha quindi fatto il punto sulla situazione, raccogliendo le testimonianze di 75 persone giunte in Bielorussia tra luglio e novembre, con la falsa promessa di poter attraversare facilmente il confine con l’Ue. Ma ciò che si sono trovati davanti è stato il respingimento della Polonia prima, e della stessa Unione Europea dopo.
Bielorussia-Polonia: violati i diritti umani dalle forze bielorusse
Dalle ricerche di Amnesty International giungono le accuse alle forze di sicurezza bielorusse per gravi forme di tortura, tra cui pestaggi, diniego di cibo, acqua, ripari e servizi igienico-sanitari. Si aggiungono anche furti di telefoni e denaro nonché estorsioni di tangenti.
Queste violazioni si sono verificate quando le forze di sicurezza bielorusse hanno portato i migranti in “centri di raccolta“, zone di esclusione circondate da filo spinato, per poi spingerli con la forza ad entrare in Polonia, inseguiti da cani e obbligati ad attraversare corsi d’acqua gelati.
Lì le persone non potevano tornare indietro e rimanevano bloccate in condizioni inumane per giorni o addirittura settimane. Potevano lasciare i “centri di raccolta” solo dopo aver pagato grandi tangenti.
Situazione Bielorussia-Polonia: il respingimento alla frontiera
Come raccontato dalla maggior parte dei testimoni, coloro che avevano attraversato il confine polacco venivano immediatamente fermati e respinti dall’altro lato della frontiera. Tutte queste persone sono state rispedite in Bielorussia senza alcuna procedura. Nonostante le richieste continue di asilo nell’Unione Europea, e soprattutto nonostante gli evidenti segni di violenza subiti, sono state vittime di svariate espulsioni di massa che hanno disatteso gli obblighi di diritto internazionale.
Secondo le testimonianze, le forze polacche attaccavano chi aveva cercato di attraversare il confine. Spesso distruggendo i loro telefoni, spruzzando gas al peperoncino anche contro i bambini e costringendo gli adulti ad entrare nei fiumi.
Sfida tra Bielorussia e Polonia: la reazione Ue
Di fronte a queste evidenti violazioni dei diritti umani, la Commissione Europea non ha applicato le procedure previste dalle leggi Ue. Inoltre, lo scorso 1° dicembre, si sono proposte misure provvisorie di emergenza che consentirebbero a Lettonia, Lituania e Polonia di derogare alla normativa europea. Ciò permetterebbe loro di trattenere alla frontiera i richiedenti asilo per 20 settimane senza alcun tipo di salvaguardia.
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Editor: Susanna Bosio
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