Dizionario Arte

body art

Forma d’arte nella quale l’artista utilizza il proprio corpo come mezzo espressivo; è strettamente legata all’arte concettuale e alla performance, e si è sviluppata nello stesso periodo in cui queste forme di espressione raggiunsero il loro apice, tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento (con una sorta di revival negli anni Novanta). A volte le rappresentazioni di body art vengono realizzate in forma privata e comunicate in seguito attraverso fotografie o filmati, mentre altre volte l’esecuzione del ‘pezzo’ è pubblica. La performance può essere preparata in precedenza o avvenire in maniera estemporanea. Normalmente non è prevista la partecipazione degli spettatori. La body art ha spesso un intento giocoso, ma molti dei principali esponenti hanno concentrato il loro lavoro sul dolore auto-inflitto o su atti rituali di resistenza. Per esempio, in Seedbed (1972) l’artista americano Vito Acconci (1940) trascorse diverse ore al giorno masturbandosi sotto una piattaforma mentre i suoni della sua attività venivano amplificati tramite altoparlanti agli spettatori che stavano sopra di lui. Perfino più estremo fu un altro americano, Chris Burden (1946): “Nel 1974 il suo elenco di attività comprendeva una performance nella quale gli spettatori erano invitati a pungerlo con degli spilli, un’altra in cui veniva crocifisso sul tetto di una Volkswagen, e una in cui veniva preso a calci per due rampe di scale. In nome dell’arte Burden si è anche fatto sparare e cospargere il corpo di alcol in fiamme” (Edward Lucie-Smith, Art of the Seventies, 1980). Altri artisti che si misero in situazioni spiacevoli e potenzialmente pericolose sono Rudolf Schwarzkogler e la francese Orlan (1947), la cui forma di espressione più significativa consiste nel sottoporre il suo volto e il suo corpo a operazioni di chirurgia plastica per replicare i capolavori del rinascimento, come il mento di una Venere di Botticelli. La filosofia che si cela dietro queste forme d’arte è oscura.

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