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Bufera IMEN JANE: la finta laurea e la rabbia del giorno dopo su Will

Imen Jane, la giovane influencer e divulgatrice non è laureata in economia: scoppia la bufera

“Un’economista che non sa risparmiare”, si definiva Imen Jane sul suo profilo Instagram da più di 300mila follower (adesso questa riga è stata rimossa). Il problema è che Imen Jane (al secolo Imen Boulahrajane) economista non lo è, almeno nel senso proprio del termine. Infatti, contrariamente a quanto dato per scontato e contrariamente a quanto dichiarato anche tra i suoi titoli registrati alla fondazione di Will, non si è mai laureata. Né in economia, né in altre materie.

A questa rivelazione, ad opera di Dagospia, si è scatenato il putiferio sul web, con la notizia che è rimbalzata velocemente da un quotidiano nazionale all’altro, mentre i commenti negativi sui social si moltiplicano col passare dei minuti (con i soliti utenti che cercavano post della pagina solo per esprimere il loro disprezzo).

“Ho tralasciato gli studi. Ci sono casi eccellenti come Zuckerbeg, Steve Jobs, Bill Gates e da noi Piero Angela che hanno lasciato gli studi per seguire la loro passione”, si difende la Jane.

Chi è Imen Jane

Imen Jane si pone come economista (ma sappiamo che questo punto è adesso quantomeno dubbio) e svolge attività di divulgazione in campo economico. La sua missione sarebbe quella di veicolare in parole semplici concetti economici d’attualità, anche complessi, ad un pubblico giovanile. Da qui la forza del canale social, su cui si basa anche l’impresa Will_ita, start-up fondata insieme ad Alessandro Tommasi.

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Al di là delle critiche (per lo più sacrosante) che piovono sulla povera (influencer?) Imen in queste ore; al di là della sua discutibile preparazione in campo economico (diciamo che anche un ascoltatore non esperto a volte poteva notare una certa vaghezza nelle sue parole), una cosa certa c’è. Imen Jane è una bravissima comunicatrice, che ha saputo sfruttare il canale Instagram in maniera superlativa, per promuovere la sua immagine e imporsi quale personaggio pubblico. Questo è fuori discussione. Se poi sia un atteggiamento moralmente accettabile, giusto, o opportuno, ognuno giudicherà come meglio crede. Non c’è dubbio però che la sedicente economista, senza neanche l’ombra di una laurea triennale, sia riuscita a vendere un’immagine di sé vincente, competente e impegnata. E ci siamo cascati: tutti.

Si può essere d’accordo con il modello di personaggio proposto oppure no (personalmente lo trovo poco interessante, ma di sicuro ci sono personaggi pubblici che fondano la loro popolorità su modelli considerevolmente peggiori, magari violenti o volutamente triviali). Si può essere più o meno intrigati dagli argomenti. Ma perché la notizia della inesistente laurea di Imen ha fatto così tanto scandalo? E qui veniamo al caso Will.

Il fenomeno Will_ita e la bufera sui giornali

Di Will_ita, della start-up e della conseguente pagina Instagram, noi ve ne avevamo parlato già a febbraio (vedi). La maggioranza dei giornali italiani non la considerava una notizia e quindi non ne parlava. Adesso invece la realtà di Will ha i riflettori puntati: buongiorno! (A onor di cronaca, a dare maggiore risalto al neonato Will, se si escludono i vari siti web di startupitalia e minori, fu Flavio Bini su Repubblica, nell’inserto Affari e Finanza del 10 febbraio).

Già a febbraio ci eravamo espressi positivamente (seppur criticamente) sul progetto Will, e adesso ci pare, in serenità, di poter confermare la bontà del progetto. Seppur con la riserva che alcuni contenuti appaiono forse un po’ banalotti, la pagina comunque riesce effettivamente ad arrivare a migliaia di utenti in modo semplice e diretto, e a dare lo stimolo per approfondire temi non esattamente mainstream, sfruttando un solo canale social. Questa è una vittoria, e anche bella grossa. Will_ita rimane un progetto interessante. Inoltre, cosa non scontata, la macchina produttiva appare dall’esterno tecnicamente perfetta, senza nulla da invidiare a grandi emittenti o gruppi.

Che sia questo quello che brucia così tanto ai giornali, tanto da far diventare il caso di questa ragazza improvvisamente di interesse nazionale? O forse è il fatto che gli stessi media (in particolare quelli televisivi) abbiano alimentato la popolarità di Imen, invitandola a trasmissioni e collegamenti, senza farsi troppe domande sulla sua effettiva competenza? Oppure brucia tanto ai follower l’aver creduto, esaltato e santificato un evidente modello di promozione personale? Del resto chi di noi chiede al mezzo social verità, competenza e qualità? Quanto spesso valutiamo in base alla completezza e quanto in base all’efficacia; quanto in base alla profondità e quanto in base alla velocità, quanto il contenuto e quanto il “contorno”?

In Will, se effettivamente questa storia non si conosceva (il che è lecito sospettarlo, ma non darlo per assodato), avranno tutti buoni motivi per essere “un tantino” arrabbiati con lei. Ma il resto? Come al solito: quanto siamo parte del problema e quanto della soluzione?

Per un approfondimento su cos’è Will e come nasce, leggi il nostro articolo di febbraio: Will: Il non-giornale start-up su Instagram

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