Dizionario Arte

Capogrossi, Giuseppe

Pittore italiano. Dopo la laurea in giurisprudenza studiò pittura alla Scuola di Nudo di Felice Carena e visse per alcuni anni a Parigi. Nel 1933 firmò il Manifesto del Primordialismo Plastico insieme a Cavalli e Melli, con i quali espose lo stesso anno alla Galleria Bonjean di Parigi. I dipinti di questo periodo presentano una particolare attenzione ai valori tonali della pittura (Illusionista di campagna, 1938, collezione Assitalia, Roma), che caratterizza anche gli altri protagonisti di quella che venne definita Ecole de Rome dal critico francese Waldemar George. Nel dopoguerra la sua ricerca si staccò progressivamente dalla figurazione fino a raggiungere la completa astrazione (Superficie 022, 1949, GNAM, Roma): i primi risultati di questo nuovo corso vennero presentati nel 1950 presso la Galleria del Secolo di Roma. L’anno successivo fu uno dei fondatori del Gruppo Origine insieme a Mario Ballocco, Ettore Colla e Alberto Burri e nel 1952 si avvicinò allo spazialismo. Il linguaggio di Capogrossi è basato sull’invenzione di un segno grafico elementare e fortemente comunicativo, che viene ripetuto nelle più svariate combinazioni. Questo elemento primario, definito spesso pettine o rebbio, è sempre associato a campiture di colore piatto, mai materico. Nel 1962 vinse il primo premio per la pittura, ex equo con Morlotti, alla Biennale Internazionale d’Arte di Venezia. Nascita: Roma 1900; Morte: Roma 1972

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