Chanel métiers d'Art 2020
Moda

CHANEL MÉTIERS D’ART 2020, LA SFILATA

Chanel Métiers d’Art 2020, la collezione serious che guarda alle nuove generazioni

Virginie Viard porta la Chanel Métiers d’Art 2020 a Parigi dopo aver varcato i confini di tutto il mondo. Amburgo, New York, Roma: eventi speciali, unici, che rendono omaggio prima agli artigiani degli atelier della Maison poi alla sua fondatrice e al compianto Karl Lagerfeld.

Dopo la morte del Kaiser, figura chiave della griffe, la stilista francese, suo braccio destro per trent’anni, riscrive un nuovo capitolo del marchio dalla doppia C.

Così, in forma educata ed elegante, riserva un’eccezionale titolo alla sfilata, “31 Rue Cambon“. Un tentativo, insomma, di identificarsi con la storia inflessibile di una delle aziende del lusso più ammirate al mondo.

Chanel 2020, il commento di Virginie Viard

C’è una forma di semplicità nell’ABC di Chanel. Non dobbiamo fare troppo. Non volevo il solito viaggio a lunga distanza delle collezioni Métiers d’Art. Volevo restare a Parigi. Quindi abbiamo dovuto pensare ad un nuovo modo di fare le cose. I codici inventati da Gabrielle e resi sublimi da Karl Lagerfeld mi piace mescolarli”.

Chanel Métiers d’Art: Cecil Beaton e Coco tornano complici per la sfilata 2020

Gli archivi sono fonti preziose per le griffe di moda. Trasmettono, a distanza di anni, il savoir fair all’interno dei laboratori, il DNA del proprio fondatore.

Viard aggiunge un quid in più all‘heritage classico dell’azienda introducendo un tocco di modernità alla storica silhouette proposta da Coco e Karl.

Così, il punto di partenza è una foto, sbiadita e in bianco e nero.

 

Coco Chanel by Cecil Beaton. 1937
Coco Chanel in abito lungo in pizzo gold. Cecil Beaton. 1937

Coco Chanel si lascia immortalare dall'”onnipotente” Cecil Beaton con un lungo abito in pizzo oro. Accigliata come solo lei poteva mostrarsi al pubblico. Elegante e austera come sempre.

Il mood della sfilata. Modernità è la parola chiave

Chanel Métiers d’Art 2020 parte da un concetto solido: guardare al passato con un tocco di modernità. Virginie Viard pone l’attenzione su silhouette “addomesticate”, pure, lineari. Il concept è agli antipodi con la classe imposta da Coco e dal suo predecessore, Karl Lagerfeld, ma non per questo estranea e riluttante nei confronti dell’estetica della Maison.

La gonna al ginocchio diventa la quintessenza del progetto creativo: femminile, garbata e raffinata. Si contrappone al crop top, leggero e sensuale.

Nella collezione figurano, inoltre, i classici tailleur in tweed , fili di perle, pantaloni con paillettes e covoni di grano ricamati in fil d’oro che simboleggiano la fertilità.

 

La storia di Chanel è consultabile sull’Enciclopedia della Moda di MAM-e.it

 

 

 

 

 

 

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