Dizionario Arte

Chardin, Jean-Simèon

Chardin, Jean-Simèon. Pittore francese, specializzato in nature morte e dipinti di genere, nei quali fu uno dei maggiori artisti di tutti i tempi. Il suo nome di battesimo in origine era Jean-Baptiste-Siméon, ma pare che Baptiste sia stato un errore di chi lo scrisse, e la forma accettata è dunque Jean-Siméon.

Fu contemporaneo di Boucher e per breve tempo maestro di Fragonard, ma la sua opera è in netto contrasto con entrambi, rappresentando uno sforzo naturalistico -influenzato dalla pittura olandese del XVII secolo -che si contrappose al più moderno rococò durante il XVIII secolo in Francia.

Quasi tutti i suoi dipinti sono di piccole dimensioni e presentano soggetti molto semplici, con oggetti e scene borghesi quotidiane, affascinanti per la straordinaria e sottile maestria nella composizione e nell’uso di colori, tonalità e struttura (fu notoriamente lento e incontentabile nel produrre i dipinti).

Chardin si formò con due pittori di soggetti

Chardin- Jean-Simèon si formò con due pittori di soggetti storici, Pierre-Jacques Cazes (1676-1754) e NoÍl-Nicolas Coypel, dai quali non apprese molto e sembra sia stato autodidatta nello sviluppare le sue qualità. Nel 1728 fu ammesso all’ Académie Royale come pittore predisposto a dipingere animali e frutti.

Era consuetudine che i nuovi membri presentassero esempi della loro opera all’accademia e Chardin presentò due dipinti: La razza (1725) e Il buffet (1728), oggi entrambi al Louvre, a Parigi. La razza è, per gli standard di Chardin, insolitamente appariscente: il pesce sventrato ha un volto stranamente molto umano contorto in una macabra smorfia, e le sue carni crude sono rese con grande virtuosismo. Per il resto della vita Chardin fu un appassionato membro dell’accademia.

Presenziò puntualmente agli incontri

Presenziò puntualmente agli incontri e per quasi vent’anni ne fu tesoriere (1755-74), compito per il quale era particolarmente portato, e per il quale godette fama di onestà e correttezza. Raggiunse l’apice della carriera intorno al 1750, quando Luigi XV gli concesse (1752) uno stipendio annuale oltre che una residenza presso il Louvre. Nonostante il favore reale condusse una vita tranquilla, totalmente dedito alla sua arte; a parte brevi visite a Versailles e Fontainebleu, pare non abbia mai lasciato Parigi.

La carriera di Chardin- Jean-Simèon può essere divisa in tre periodi, più un epilogo. La prima fase, fino al 1733 circa, lo vide dipingere soprattutto nature morte, scene di cacciagione o utensili da cucina; in queste opere si spinse oltre il realismo fine a se stesso, e attraverso la sua semplicità e immediatezza visiva raggiunse un senso di profonda serietà, nonostante i soggetti umili ritratti.

Nei quindici anni successivi

Nei quindici anni successivi si concentrò su scene di genere; i dipinti rappresentavano di solito solo una o due figure e, come le nature morte, erano prive di sentimentalismo o affettazione (La giovane governante, 1735, National Gallery, Londra, e altre versioni; spesso produsse copie o varianti dei suoi dipinti preferiti).

Alla fine del 1740 tornò alla natura morta come soggetto principale, dipingendo spesso oggetti più elaborati e costosi rispetto a quelli del primo periodo (Natura morta con attributi dell’arte, 1766, versioni presso l’Ermitage, San Pietroburgo, e al Minneapolis Institute of Arts). Infine, intorno al 1770, abbandonò la pittura a olio e si dedicò ai ritratti a pastello.

Nonostante avesse prodotto pochissimi ritratti dipinti e non avesse alcuna esperienza col pastello, mostrò di essere capace anche in quella specialità. Espose i pastelli a tutti i Salon dal 1771 al 1779, anno della sua morte; erano autoritratti, ritratti di bambini e di altri artisti.

Nonostante il successo della sua tarda

Nonostante il successo della sua tarda produzione a pastello, a quei tempi Chardin fu reputato -con il crescente gusto neoclassicista -come un’antica reliquia, e dopo la morte fu rapidamente dimenticato. La sua reputazione rivisse alla metà del XIX secolo, quando la sua immediatezza impressionò gli esponenti del realismo. Più tardi la forza formale dei suoi dipinti ha affascinato largamente il pubblico moderno, rendendolo uno dei più amati artisti del XVIII secolo e forse il più riverito tra i pittori di nature morte. Nascita: Parigi 1699; Morte: Parigi 1779

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