Chi è Lee Isaac Chung, il regista candidato agli Oscar con Minari
Lee Isaac Chung è fra i candidati alla Miglior Regia agli Oscar 2021: nel film Minari porta un po’ della sua storia
Lee Isaac Chung farà parte della batteria di 5 registi candidati al premio alla Miglior Regia per gli Oscar 2021: in gara la sua ultima creazione, Minari. Il regista americano di origini sudcoreane esordì nel cinema nel 2007, subito salutato da critiche molto positive. Il suo curriculum conta al momento 5 film, ma il successo potrebbe già arrivare il 25 Aprile al Dolby Theatre di Los Angeles. Minari ha ricevuto 5 nominations dall’Academy, e potrebbe replicare l’exploit di Parasite, vincitore l’anno scorso di quattro statuette. Qui l’elenco completo delle nominations ai Premi Oscar 2021 per categoria.
Lee Isaac Chung, ecco la carriera del regista di Minari
Lee Isaac Chung, 42 anni, nasce a Denver, Colorado, nel 1978, in una famiglia di origini coreane. Intraprende fin da giovane la carriera da regista, studiando cinema all’Università dello Utah. Il suo esordio dietro la cinepresa è nel 2007 con il film Munyurangabo, con dialoghi totalmente in Kinyarwanda, la lingua nazionale ruandese. La pellicola, girata in Ruanda, è la storia di una profonda amicizia all’alba del genocidio Tutsi, e fu girata da studenti ruandesi, negli anni appena successivi alla tragedia nazionale. Un progetto estremamente ambizioso, che ricevette un’ottima accoglienza al Festival di Cannes nel 2007.
La carriera di Chung sembrava essere lanciata, sostenuta da una critica entusiasta. Tuttavia, i film successivi – Lucky Life e Abigail Harm -, anch’esse produzioni indipendenti e fortemente sperimentali, non ottengono l’attenzione sperata. Come dichiarato in un’intervista a The Guardian, in quel periodo il regista ha pensato di lasciare la carriera nel cinema.
Le origini di Minari
Le cose, tuttavia, sono cambiate radicalmente nell’ultimo anno, quando è uscito Minari, l’ultima fatica di Lee Isaac Chung. Il film nasce da una riflessione del regista sulla sua infanzia, trascorsa nei campi dell’Arkansas con la sua famiglia coltivando la terra. Non a caso, la trama vede al centro una famiglia di origini coreane, che, per desiderio del padre, Jacob (Steven Yeun), intraprende un’attività agricola. Minari è quindi il prodotto della reale esperienza di vita di Chung, riportato sul grande schermo con un’atmosfera intimamente familiare. Forse proprio questa genuinità ha convinto la giuria dell’HFPA, che il 28 febbraio ha assegnato al film il Golden Globe come miglior produzione straniera. Un biglietto da visita niente male, in vista degli Oscar.
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