Milano

CITY AFTER THE CITY: UNA MOSTRA IN OTTO MOSTRE

 

Dal 27 maggio al 30 settembre La Triennale di Milano presenta nell’area Expo, all’interno della XXI Esposizione Internazionale dal titolo “21st Century. Design after Design” il progetto City After the City: otto mostre attorno alla città contemporanea

 

Nell’area Expo è quasi tutto pronto, mancano gli ultimi ritocchi affinché il sito che fino allo scorso 31 ottobre ha accolto milioni di persone prenda una nuova vita. Ad attenderci una grande, anzi immensa rivoluzione: il parco diventerà una piazza che accoglierà eventi di tutti i tipi, molti dei quali legati alla nutrizione come ricongiungimento al tema della passata Esposizione Universale.

A rendere tutto ancora più grandioso, dal prossimo 27 di maggio fino al 30 settembre, all’interno della XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano anche la grande mostra sensoriale City After the City. Ideata e progettata da Pierluigi Nicolin vuole essere una riflessione sui cambiamenti riguardanti l’urbanistica e il territorio delle città. L’esposizione divisa a sua volta in otto mostre con altrettanti curatori, ci conduce alla (ri)scoperta della natura come elemento fondamentale per il vivere metropolitano. La città ora è vista come un immenso luogo in cui i limiti fra urbanistica ed ecosistema non sono più definiti, dove l’edilizia si fonde con la natura verso un nuovo progetto contemporaneo in cui far convergere molti più elementi.

 

Le mostre presenti in City After the City:

Urban Orchard, a cura di Maite García Sanchis un’installazione dal carattere educativo sullo sviluppo degli orti urbani, nati per esigenze economiche nei paesi poveri americani, oggi sono in gran voga in molte città industrializzate.

Non mancherà l’attenzione verso le migrazioni con People in Motion a cura di Michele Nastasi: oggi che i rifugiati superano i sessanta milioni di persone il movimento delle culture è sempre di maggior importanza anche per la definizione di un nuovo assetto urbanistico.

Gaia Piccarolo con la sua Landscape Urbanism ci conduce verso un affresco ibrido fatto di rappresentazioni e prefigurazioni urbane, vedute panoramiche e progetti recenti. Le proiezioni immergono il visitatore in un nuovo orizzonte sonoro e visivo.

Non poteva mancare la Street Art con l’installazione a cura di Nina Bassoli: nell’immenso spazio due grandi muri curvi fanno da palcoscenico all’intera storia del genere che dal finire degli anni Ottanta a oggi ha contribuito a modificare l’aspetto di molti palazzi e muri.

La mostra Expanding Housing, per mano di Matteo Vercelloni è formata da una serie di prodotti d’arredo di varia scala e natura, di aziende nazionali e internazionali . I pezzi selezionati per il valore sono in bilico fra microarchitetture e oggetti di design, capaci dunque di uscire dal luogo per il quale sono stati pensati.

Con Meeting-Bookroom di Sonia Calzoni, si è cercato di trasportare una parte della libreria della Triennale; mentre le fotografie in movimento di Giovanni Chiaramonte e di Joel Meyerowitz hanno trasformato le pareti dei padiglioni in affreschi contemporanei e, infine, con l’orto planetario si ritorna all’origine dell’utilità.

 

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