Dizionario Arte

Collezione reale

Collezione reale. Collezione di opere d’arte, in particolare dipinti e disegni, accumulati dalla famiglia reale inglese in un arco temporale di cinque secoli, a partire dai Tudor.

Questa è l’unica grande collezione reale o principesca europea ad aver mantenuto la sua identità, poiché le altre sono state quasi tutte assorbite nei musei statali.

Oliver Millar, controllore dei quadri della regina tra il 1972 e il 1988, scrive che la collezione fu composta da una successione di re, regine, consorti e principi inglesi; e riflette il loro discernimento e pregiudizio, il loro cattivo e buon gusto, amicizie, divertimenti, amori, odi, idiosincrasie e ossessioni e, certo, anche una trama di associazioni dinastiche, in una maniera unica e illuminata… Il luogo comune che i sovrani peggiori e più stravaganti abbiano il miglior gusto è ben confermato dalla storia della collezione (The Queen’s Pictures, 1977).

Nella prefazione di La Collezione reale (1922) di Christopher Lloyd (successore di Millar come controllore), il principe Carlo spiega che “anche se i quadri furono acquistati negli anni per decorare le case e le residenze ufficiali dei sovrani, essi non sono, strettamente parlando, di proprietà privata dei sovrani. Sono, in tutte le intenzioni, beni nazionali, parti integranti dell’istituzione della monarchia e di cui ogni sovrano successivo è guardiano”.

Il primo monarca inglese della cui collezione abbiamo alcune testimonianze è Enrico VIII (1491-1547, re dal 1509), ma molte delle opere che possedeva non possono essere identificate con certezza (gli inventari sono imprecisi) o sono andate perdute o disperse; tra queste probabilmente il San Giorgio e il drago (1505, National Gallery, Washington) di Raffaello, che si ritiene sia stato un dono diplomatico a suo padre Enrico VII da parte di Guidobaldo da Montefeltro, duca di Urbino.

Enrico VIII spese abbondantemente per l’arte e comprese il suo valore propagandistico, ma poco si sa del suo gusto personale; più che essere un conoscitore, probabilmente apprezzava i dipinti, come altri beni di lusso, per il loro valore di status symbol.Collezionò, soprattutto Holbein, ma le opere di Holbein presenti oggi nella Collezione reale sono state acquistate dopo il suo regno.

Ogni re inglese, dal tempo di Enrico

Ogni re inglese, dal tempo di Enrico, acquistò dipinti, ma solo pochi di questi sovrani si distinsero per il loro genuino interesse per l’arte, soprattutto Carlo I (1600-1649, re dal 1625), che riunì una delle collezioni più eccellenti di dipinti mai creata e conferì all’Inghilterra una nuova posizione negli affari culturali europei.

La passione artistica di Carlo iniziò presto; aveva ereditato il nucleo della sua collezione dal fratello maggiore Henry, principe del Galles, morto nel 1612 all’età di soli 18 anni. Altre opere d’arte arrivarono a Carlo come doni diplomatici ma la maggior parte della collezione è opera sua, e le ingenti somme che spese per essa furono una delle cause delle difficoltà finanziarie che contribuirono al suo declino.

Il suo interesse maggiore fu per la pittura del rinascimento italiano, particolarmente per la scuola veneziana del XVI secolo (possedeva una superba collezione di opere di Tiziano).

Nel 1623 comprò un meraviglioso gruppo di *disegni preparatori degli Atti degli Apostoli di Raffaello per usarli alla Fabbrica di Arazzi Mortlake (vedi arazzo), da poco creata, e nel 1627 fece il colpo grosso quando batté rivali per l’acquisto della maggior parte della famosa collezione Gonzaga, compresa la serie di tele del Trionfo di Cesare di Mantegna. Carlo patrocinò anche artisti viventi, tra i più famosi Rubens e Van Dyck, che nominò cavalieri rispettivamente nel 1630 e nel 1632.

Dopo la condanna a morte e l’esecuzione di Carlo nel 1649 i suoi beni vennero dichiarati proprietà di stato e gran parte della sua collezione fu venduta per impiegare il denaro ottenuto per uso pubblico. Più di 1500 quadri e quasi 400 pezzi di scultura furono dispersi per parecchi anni, ma alcuni furono conservati, compresi i disegni preparatori dell’arazzo di Raffaello e il Trionfo di Cesare di Mantegna, che fanno tuttora parte della Collezione reale:

il Mantegna a Hampton Court e Raffaello al Victoria & Albert Museum. Quando la monarchia venne restaurata, nel 1660, Carlo II (1630-1685) si dette da fare per recuperare quanto più possibile della collezione di suo padre. Ebbe fortuna con le opere che erano rimaste in Inghilterra, ma la maggior parte dei dipinti importanti erano andati ad acquirenti stranieri tra cui Everard Jabach, Filippo IV di Spagna e l’arciduca Leopold William (per entrambi vedi Asburgo); capolavori che erano un tempo nella collezione di Carlo

I possono ora essere rinvenuti in alcuni dei più grandi musei d’Europa; molti dei suoi amati Tiziano, per esempio, sono al Louvre di Parigi, al Prado di Madrid e al Kunsthistorisches Museum di Vienna. A dispetto di queste perdite Carlo II, secondo Anthony Blunt “aveva una collezione di cui nessun re si sarebbe vergognato”. Benché fosse meno appassionato d’arte rispetto al padre,

Carlo era intelligente e colto e aggiunse di tasca sua parecchie importanti opere alla Collezione reale. Fu probabilmente lui ad acquistare la famosa collezione di disegni di Leonardo, ora al castello di Windsor (forse avvertito dal suo pittore di corte Lely, grande conoscitore di disegni), anche se non vengono menzionati nella Collezione reale fino al 1690, cinque anni dopo la sua morte. Il maggior collezionista successivo fu Frederick, principe di Galles (1707-1751), figlio di Giorgio II.

L’antiquario Vertue disse di Frederick che “nessun principe dopo Carlo I aveva provato così tanto piacere e attenzione per le opere d’arte e gli artisti”; egli aggiunse numerose opere alla Collezione reale, in particolare di pittori del XVII secolo francesi, fiamminghi e italiani; inoltre patrocinò artisti contemporanei come *Kent, Mercier e Wootton. Il figlio di Frederick, Giorgio III (1738-1820, re dal 1760) fu meno appassionato ma comunque collezionista fortemente determinato.

Il suo più famoso acquisto (nel 1762) fu la collezione di Joseph Smith, il console inglese a Venezia, con il suo incomparabile gruppo di Canaletto e ricca tanto di disegni quanto di quadri. Giorgio comprò nello stesso anno anche un’altra grande collezione di disegni dal cardinale Alessandro Albani. Queste due acquisizioni formano una parte sostanziale della magnifica collezione di antichi disegni di grandi maestri (una delle più grandi collezioni al mondo) conservata nella Royal Library al castello di Windsor.

Tra gli artisti contemporanei che Giorgio III ammirava in modo particolare vi erano Gainsborough, Ramsay, West e Zoffany, ed egli ebbe un ruolo determinante nella creazione della Royal Academy finanziandola dalla sua fondazione nel 1768 fino a quando divenne autonoma nel 1780.

Il figlio Giorgio IV (1762-1830; reggente dal 1811 a causa della malattia del padre, e re dal 1820) si colloca solo dopo Carlo I tra i collezionisti reali inglesi, tanto per sconsiderata stravaganza quanto per gusto raffinato. Oliver Millar scrisse che “forse più di ogni altro reale conoscitore inglese, aveva fiuto per lo stile di una sala nel suo insieme e per la parte che un dipinto poteva avere in quell’ambiente”.

Giorgio cambiava costantemente la disposizione dei quadri e delle altre opere nella sua abitazione e aveva riadattato Buckingham Palace e il castello di Windsor in modo adatto a mettere in mostra i dipinti. Nel 1826 e 1827 prestò più di 100 dipinti per una mostra al British Institute di Londra.

Il campo che più gli interessava come collezionista era la pittura olandese e fiamminga del XVII secolo, e tra i suoi acquisti vi furono due capolavori particolarmente associati a Carlo I: Paesaggio con san Giorgio e il drago di Rubens (in cui san Giorgio e la principessa sono i ritratti idealizzati di Charles e di sua moglie, Henrietta Maria) e il triplo ritratto di Carlo di Van Dyck (eseguito per fare da modello a un busto di marmo di Bernini e mandato a Roma a questo scopo nel 1636). Tra gli artisti contemporanei, Giorgio IV preferiva in particolar modo Lawrence.

La nipote di Giorgio, Vittoria (1819-1901, regina dal 1837) e suo marito, il principe Alberto, furono gli ultimi ad aver dato grande impulso alla Collezione reale. La maggior parte delle centinaia di dipinti che comprarono erano di artisti contemporanei (Landseer e Winterhalter erano tra i loro preferiti, e Frith commentò che “conoscevano l’arte e i pittori” e che

“il loro modo di trattare gli artisti dimostrava una gentilezza generosa resa deliziosa dall’esperienza”). Alberto fu pioniere anche nell’apprezzare la più antica pittura italiana: la maggior parte dei dipinti italiani della Collezione reale risalenti a prima del 1500 furono acquistati da lui nel periodo tra il matrimonio con Vittoria (1840) e la morte, che avvenne prematuramente nel 1861.

Sotto Vittoria e Alberto l’amministrazione della Collezione reale fu molto migliorata, così come l’accessibilità al pubblico (Hampton Court fu aperta al libero ingresso dei visitatori, sia pur solo in determinati giorni). Carlo I era stato il primo re a nominare un amministratore solo per controllare i suoi dipinti: Abraham van der Doort (1580-1640), un modellatore di cera olandese e maestro di disegno.

Tra i suoi successori nel ruolo di Sorvegliante dei dipinti del re (o della regina), vi furono molti pittori ben noti, tra cui George Knapton, Benjamin West, e Richard Redgrave, che fu nominato da Vittoria e Alberto nel 1857 e che “meritò senza questioni di essere inserito negli annali della collezione come il migliore e più ammirevole sorvegliante” (Oliver Millar). Oltre ad aver ottenuto un miglioramento con la pulizia e il restauro, Redgrave fece fare un inventario manoscritto dell’intera collezione di dipinti reali, più dettagliato e accurato di qualsiasi altro fatto prima (ogni descrizione era accompagnata da una fotografia del dipinto: un uso pionieristico di questo mezzo nella storia dell’arte).

Redgrave si dimise nel 1880 a causa della perdita della vista. I suoi successori furono soprattutto illustri storici dell’arte, tra cui Kenneth Clark e Anthony Blunt. Fu durante la sorveglianza di Blunt, nel 1962, che la Queen’s Gallery fu aperta a Buckingham Palace per tenere mostre di opere della Collezione reale; questa galleria fu successivamente allargata, riaprendo nella sua nuova forma nel 2002.

Lo stesso Buckingham Palace fu per la prima volta aperto al pubblico nel 1993, e le opere della Collezione reale possono essere viste regolarmente in altre residenze reali, compresi Hampton Court e Kensington Palace a Londra, il castello di Windsor e Holyroodhouse a Edimburgo. Una seconda Queen’s Gallery aprì a Edimburgo nel 2002.

Rottenhammer, Hans (o Johann). Pittore tedesco

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