Dizionario Arte

Crespi, Giuseppe Maria

Pittore bolognese. Deve il soprannome al suo modo di vestire ai tempi degli studi. Si scagliò contro la tradizione accademica nella quale era stato istruito (Cignani fu uno dei suoi insegnanti) e oggi è noto soprattutto per le scene di genere. Queste opere richiamano la tradizione quotidiana dei dipinti dei Carracci, ma li oltrepassano nel senso di gravità oscura e nel realismo più crudo (Scena di fattoria, 1705 ca, Pinacoteca Nazionale, Bologna). Dipinse anche molti altri soggetti, e dopo la morte della moglie nel 1722 divenne molto devoto e si concentrò esclusivamente su opere religiose. Si chiuse anche in una sorta di isolamento e usciva pochissimo di casa eccetto che per andare a messa, a differenza che in gioventù, quando aveva viaggiato molto in Italia; godette di fama internazionale e fu particolarmente influente sui pittori veneziani, tra cui Piazzetta. Rudolf *Wittkower lo definì “l’unico vero genio della tarda scuola bolognese”. Suo figlio Luigi Crespi (1708-1779) fu pittore, mercante e critico d’arte. I suoi scritti comprendono una raccolta di biografie di artisti bolognesi contemporanei (1769), supplemento alla Felsina pittrice di Malvasia. Nascita: Bologna 1665; Morte: Bologna 1747

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