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Moda

Crisi del Fashion Retail: chiusi quasi 17mila negozi negli ultimi 4 anni in Italia

Secondo quanto rivelato dai dati rilasciati da Federazione Moda Italia, è possibile constatare che il settore del fashion retail stia subendo una dura crisi, ormai da 10 anni a questa parte. Continua a leggere per scoprirne di più.

Il settore del Fashion Retail è in crisi?

A seguito della pandemia e della sempre maggiore diffusione dell’e-commerce, sembrerebbe che la crisi che già da tempo si faceva sentire all’interno del Fashion Retail si sia di gran lunga intensificata, portando la moda a essere il settore con il maggior numero di chiusure di punti vendita in tutto il paese.

Tra il 2012 e il 2023  è stata registrata una riduzione esponenziale dei punti vendita, oltre 70mila, mentre se ci si concentra sugli ultimi 4 anni, abbiamo assistito alla chiusura di 16.863 negozi, che hanno lasciato disoccupate ben 13mila persone.

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Crisi del Fashion Retail

Nel 2023 il calo è stato pari al -2,7%, aumentato nei primi mesi del 2024, con una diminuzione del -4,5% a gennaio, del -4,6% a febbraio e del -3,1% a marzo rispetto agli stessi mesi dell’anno prima.

Oltre all’impatto della vendita online, fortemente implementata e generalmente preferita durante tutto il periodo della pandemia, non bisogna dimenticare la rilevanza del boom estremo della produzione fast fashion, che ha portato la produzione globale a salire del 200% a partire dal 2000 a oggi.

Il risultato, oltre alle forti ripercussioni sulle realtà individuali dei singoli lavoratori, è un forte impoverimento della rete commerciale delle città, che non fanno altro che essere popolate da punti vendita chiusi e successivamente occupati da catene monomarca legate al fast fashion, abbassando sempre di più la soglia della spesa media delle famiglie per quanto riguarda l’abbigliamento, che per ora si aggira attorno a una media di 100 euro mensili.

Insomma, la situazione del retail del Made in Italy sta subendo una decrescita decisamente impattante per il nostro paese, motivo per il quale il presidente della Federazione Moda Italia ha richiesto un intervento tempestivo da parte del governo, simile a quello attuato in ambito di arredamento.

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Crisi del Fashion Retail

Le principali richieste del presidente Felloni sarebbero quelle di ridurre l’IVA su abbigliamento e accessori, una regolamentazione che ponga e-commerce e negozi fisici sullo stesso piano fiscale e una serie di incentivi fiscali per le locazioni. Inoltre, molti dei principali e-commerce, avendo sede all’estero, godono di una tassazione inferiore a quella imposta nel nostro paese, fattore che amplifica la disuguaglianza già presente.

A essere maggiormente colpite sono le realtà più piccole, che faticano a difendersi dalla concorrenza o a sostenere le spese ingenti, il che azzera la loro possibilità di crescere e affermarsi all’interno del settore del Made in Italy.

È crisi anche per l’e-commerce di lusso?

Risale a poco più di un mese fa l’annuncio del co-amministratore di Matches, Benji Dymant, la seguente dichiarazione:

“Come molti rivenditori di moda di lusso, [Matches] ha registrato un forte calo della domanda nell’ultimo anno, causato da forti pressioni sulle spese discrezionali, derivanti dal contesto macroeconomico di alta inflazione ed elevati tassi d’interesse”.

Matches è una piattaforma globale di e-commerce di lusso, che spedisce in oltre 200 paesi. Matches offre prêt-à-porter, scarpe, borse e accessori per abbigliamento da donna, uomo e prodotti lifestyle. L’azienda opera online e tramite tre negozi a Londra, ma è stata recentemente costretta a licenziare ben 273 persone.

Dopo il grandissimo successo registrato nell’ultimo decennio, specialmente a seguito della pandemia, si pensava che il settore dell’e-commerce avrebbe mantenuto la sua quota di mercato, registrando addirittura un’importante crescita negli anni a venire, ma i dati recenti hanno rivelato il contrario.

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Photographer Credit : Ed Reeve

Come riportato da Fashion Network, Alice Price, analista di moda presso GlobalData, ha sottolineato:

“Sebbene non sia ancora certo se Frasers Group scioglierà completamente Matches o utilizzerà l’amministrazione per ristrutturare l’azienda e ridurne i costi operativi, questa notizia rappresenta l’ultimo colpo inferto ai marketplace del lusso”.

“I mercati del lusso rimangono colpiti dal rallentamento generale della domanda per gli articoli di lusso, in particolare in Europa e negli Stati Uniti, in quanto i clienti aspirazionali continuano a ridurre le loro spese in un contesto di persistenti pressioni inflazionistiche”.

“I marchi dei designer hanno anche iniziato a ridurre la loro dipendenza dai partner all’ingrosso, investendo invece nelle attività dirette al consumatore per ottenere un maggiore controllo sull’immagine del proprio brand e mantenere il loro appeal di esclusività. Ciò ha portato i marketplace a subire una diminuzione nell’acquisizione di clienti, con Matches che ha fatto ricorso a vari sconti per attirare le vendite che, a loro volta, hanno influito sui margini e sulla percezione dei consumatori”.

Conclusioni: La crisi del Fashion Retail, il settore del Fashion Retail sta subendo una dura crisi ormai da 10 anni a questa parte, con la chiusura di quasi 17mila punti vendita.

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