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David: vince La stanza del figlio

Ma il regista più bravo è Muccino e l’attore che ha conquistato la statuetta Luigi Lo Cascio de I cento passi. Equamenti distribuiti tra i tre pretendenti gli Oscar italiani «Questo è un film dedicato all’amore, al destino, alle emozioni. Un film vero sui sentimenti veri… Grazie». Grazie a tutti da Nanni Moretti. È contento mentre alza davanti al pubblico la statuetta del David di Donatello. Ha appena vinto l’Oscar italiano per il miglior film della stagione, La stanza del figlio . Quella storia bellissima e straziante sulla morte di un ragazzo adolescente, di un figlio. La serata si apre con un dilemma: Moretti, Muccino e Giordana? Le nomination se le sono (quasi) equamente distribuite i tre film che hanno fatto parlare, piangere, discutere, ridere gli spettatori nei cinema. E se Moretti si è aggiudicato il David, come miglior film, la regia migliore è andata a Gabriele Muccino l’emozionato autore de L’ultimo bacio (cui sono andati anche i David per produzione, montaggio e suono), che ringrazia tutti, produttore, mamma e papà compresi. E, tra le statuette forti, miglior attore protagonista è Luigi Lo Cascio il Peppino Impastato ucciso dalla mafia ne I cento Passi (che ha raccolto altri consensi per la sceneggiatura, i costumi e il David scuola, cioè il riconoscimento di circa duemila studenti di una cinquantina di scuole). Ma l’attrice più brava, come dubitarne, è stata giudicata la straordinaria Laura Morante, moglie di Moretti e madre del ragazzo morto ne La stanza del figlio , che ha vinto anche per le musiche di Nicola Piovani. E via distribuendo, abbastanza equamente, le statuine. Dunque, vince Moretti, ma Muccino non è da meno e conquista più riconoscimenti come Giordana.
Ma ecco anche gli altri premi: Stefana Sandrelli, che ha salutato l’Italia e l’Italia cinematografica con emozione, lei che è cresciuta con il cinema di casa nostra, è stata incoronata miglior attrice non protagonista per la figura della cinquantenne in crisi, mamma di Giovanna Mezzogiorno, nel film di Muccino; attore non protagonista Tony Sperandio ( I cento passi ); miglior film straniero Il gusto degli altri di Agnes Jaoui; miglior esordiente Almost blue di Alex Infascelli; miglior fotografia Lajos Koltai per Malèna ; miglior scenografia Luciano Ricceri per Concorrenza sleale ; miglior cortometraggio Gavetta di Craig Bell. Targhe d’oro a un Tony Curtis, simpatico ma quasi irriconoscibile, e per Martin Scorsese che negli ultimi mesi ha monopolizzato Cinecittà con il suo film Gangs of New York . E altri premi speciali sono andati alla infaticabile sceneggiatrice Suso Cecchi D’Amico, a Enzo Verzini (per il restauro di film sia italiani sia stranieri). Applausi per Alberto Sordi, per Rupert Everett, per le stangone Megan Gale e Carol Alt… A secco Stefano Accorsi e la sua bella Giovanna Mezzogiorno, spesso inquadrati mano nella mano, Silvio Orlando, che sembrava un po’ deluso dall’esclusione, Margherita Buy, Jasmine Trinca, figlia di Moretti nel film, che ha pianto quando è stato premiato La stanza del figlio … Una bella passerella presentata da Chiambretti in buona vena. Insomma, il trio dei favoriti si è spartito munericamente così i verdetti: Moretti tre David, Muccino cinque, Giordana cinque. Ma il più bello è Moretti. Una distribuzione equa, scegliendo di non scegliere un trionfatore assoluto, per far vincere il cinema italiano.

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