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Dimarco si scusa: vince il ricatto degli ultras

La Curva del Milan minaccia sotto casa l’esterno sinistro e Dimarco si scusa alcuni istanti dopo. Le conseguenze dell’Euroderby lato rossonero hanno lasciato una cicatrice profonda, soprattutto negli ultras. A fine partita, infatti, diversi giocatori nerazzurri si sono fermati sul prato a cantare ed a festeggiare assieme alla tifoseria organizzata dell’Inter. Tra questi, il giocatore che ha preso di più l’iniziativa è stato l’esterno sinistro Federico Dimarco.

Il numero 32 nerazzurro, complice la sua fede nerazzurra innata, ha preso il microfono dello speaker ed ha intonato il noto coro anti-rossonero “Milanista chiacchierone“. Questa mossa ha scatenato la reazione della Curva Sud., che in queste ore ha messo uno striscione sotto casa del giocatore dai toni assai minacciosi. Onde evitare ripercussioni soprattutto sulla famiglia, Dimarco ha preferito esprimere le proprie scuse, facendo di fatto vincere il ricatto degli ultras del Milan.

Caso cori, Dimarco si scusa: il post sui social

Dopo il caos dei cori anti-rossoneri (sebbene si cantano spesso a San Siro tranne quando hanno luogo le Stracittadine), Federico Dimarco si scusa per spegnere il fuoco delle polemiche. La reazione dei tifosi ultras del Milan non si è fatta attendere con lo striscione minatorio sotto casa del diretto interessato. Dunque, il numero 32 ha voluto metterci la faccia subito postando sui suoi canali social alcune parole di pace e di riconciliazione. Scrive su Instagram:

Martedì sera dopo la partita mi sono lasciato andare ad un momento di leggerezza. Volevo chiedere scusa a tutti i tifosi del Milan che si sono sentiti Offesi. Federico Dimarco

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Federico Dimarco si scusa pubblicamente dopo la boutade post-Euroderby di ritorno

Un comunicato breve ma abbastanza sintetico per il quale si sta scatenando un acceso dibattito che vede ancora da una parte le squadre ed i giocatori in balia dei capi ultras pronti a ricattare in caso di insuccessi o di uscite fuori luogo. Dopo questa presa di posizione, la Curva Sud del Milan ha accettato le scuse ed ha risposto così:

Da martedì sera tiene banco il caso Dimarco: capiamo e condividiamo la voglia di esultare e far festa, nessuno si è mai sonato di vietare festeggiamenti e sfottò, ma in una città come Milano ci sono dei limiti che non vanno mai oltrepassati, da una parte e dall’altra. Le Curve di Milano si impegnano da 40 anni a portare avanti un patto di non belligeranza, un caso unico in Italia che permette di vivere nel rispetto, nella tranquillità e nella lealtà la nostra stracittadina. Un conto sono i cori e gli striscioni di sfottò riferiti a giocatori e società “chi non salta rossonero è o interista vaffanc… ecc”, tutt’altro discorso sono i cori di scherno verso una curva intera alla presenza della stessa (con un coro che la stessa Curva Nord non canta di proposito da mesi). Apprezziamo le scuse del giocatore Dimarco, comprendendo che a volte l’adrenalina e l’euforia possano giocare brutti scherzi e ci auguriamo in futuro di non assistere più a scene simili, da ambo le parti.

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Dimarco si scusa e la Curva Sud del Milan accetta

Federico Dimarco si scusa, ma a perdere è il calcio “sano”

La notizia che Federico Dimarco si scusa è l’ennesima prova che dimostra su quanto siano ancora fin troppo potenti i gruppi di ultras organizzati in Italia. La scena che abbiamo ancora davanti agli occhi dei giocatori del Milan a colloquio con la Curva Sud, quasi fossero loro i veri “dirigenti” della società. Stessa cosa era successa peraltro anche ai nerazzurri alcune settimane prima. Se da una parte i gruppi organizzati vincono con la loro spavalderia, dall’altra il calcio sano perde la propria credibilità.

Gli sfottò sono sempre esistiti tra le tifoserie, in particolare negli anni passati. I successi dell’uno e i fallimenti dell’altro hanno ispirato diversi tormentoni che sono stati un mantra per anni. Non è che, se si continua in questo modo, rischia di scomparire anche quella ironia che spesso lava dalla frustrazione?

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