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Tre squadre italiane in finale: non succedeva dal 1993-94

Il calcio italiano è risorto, oppure è stato una serie di eventi fortuiti? E’ ancora da vedere, ma intanto ci sono tre squadre italiane in finale dopo quasi trent’anni dall’ultima volta. Dopo l’accesso dell’Inter in finale di Champions League, ieri è stata la volta di Roma e Fiorentina. Un successo quasi meritato, che avrebbe potuto essere più inciso se si fosse qualificata anche la Juventus, ma così non è stato.

L’annata corrente resterà nella storia del calcio europeo per diverse motivazioni, non solo per l’inconsueta pausa invernale a causa dei Mondiali in Qatar, ma anche per questo piccolo ma importante successo. Dopo oltre un decennio di scarsi successi nonostante le due finali di Champions League raggiunte dalla Juventus, ora ci sono ben tre fronti in cui le squadre sono impegnate. Questo ritorno di fiamma dell’Italia sui vari palcoscenici europei riavvolge indietro le lancette dell’orologio agli anni ’90, quando la Serie A era “l’El Dorado” del pallone europeo.

Tre squadre italiane in finale: l’amarcord del 1993-94

Dunque, dopo quasi trent’anni risultano tre italiane nelle rispettive finali di Champions League (Inter), Europa League (Roma) e Conference League (Fiorentina). L’ultima volta era successa nel secolo scorso, precisamente durante la stagione 1993-94. A quell’epoca il calcio italiano era ai suoi massimi storici, la Nazionale italiana era guidata dal profeta di Fusignano Arrigo Sacchi che di lì a poco avrebbe sfiorato la Coppa del Mondo a USA ’94. Il campionato italiano avrebbe visto il Milan trionfare per la terza volta consecutiva con la squadra schiacciasassi di Fabio Capello.

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L’ultima volta che le due milanesi facevano parte di tre squadre italiane in finale era stata la stagione 1993-94

Quel Milan “degli invincibili” avrebbe poi vinto anche la sua quinta Champions League, dominando sul Barcellona di Johann Crujiff. L’Inter al contrario non lottava per lo Scudetto, anzi. L’andamento in Serie A fu uno dei peggiori nella sua storia, tanto da rischiare la retrocessione. Il successo che lo salvò in corner fu la Coppa UEFA vinta con l’ex bandiera nerazzurra Gian Piero Marini, subentrato a Osvaldo Bagnoli a stagione in corso dalla Primavera. Fu anche l’ultimo trofeo dell’era Pellegrini, che solo un anno dopo cedette il club a Massimo Moratti.

Ci fu poi il Parma dei miracoli. Il “Leicester nostrano”, all’epoca di proprietà del potente patron Callisto Tanzi, aveva iniziato un ciclo vincente che si sarebbe concluso con la vittoria della Coppa UEFA nel 1999. Un team di giocatori come Zola, Crippa, Minotti, Baggio e poi anche Mussi che si fece valere sul campo nazionale ed internazionale, trascinati dal tecnico Nevio Scala. Quell’anno, gli emiliani raggiunsero la finale della Conference dell’epoca (la Coppa delle Coppe) perdendola però con l’Arsenal. Non a caso proprio in quella stagione l’Italia aveva raggiunto il primo posto nel ranking FIFA.

Conclusione sulle tre squadre italiane in finale: un merito o solo fortuna?

L’accesso di ben tre squadre italiane in finale delle Coppe Europee ha posto un dibattito interessate all’interno della stampa sportiva italiana. Ossia: è stato un traguardo di merito oppure solamente un caso fortuito che difficilmente si rivedrà nei prossimi anni? Sicuramente, il cammino di alcune squadre è stato facilitato anche da scontri diretti non accaduti prima. I nerazzurri, per esempio, hanno evitato corazzate monstre come Real Madrid, Bayern Monaco e Chelsea, anche se si sono “fatte le ossa” nel girone iniziale.

Stessa cosa si può dire per Roma e Fiorentina. I giallorossi hanno evitato altre squadre toste (soprattutto le retrocesse dal girone di Champions League come Barcellona, Manchester United) eppure l’esperienza dell’allenatore José Mourinho ha compattato i giocatori i quali, nonostante abbiano perso un talento bravo seppur acciaccato come Zaniolo, si sono concentrati ed hanno progressivamente conquistato autostima.

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Mourinho e Inzaghi, protagonisti assieme a Vincenzo Italiano di tre squadre italiane in finale di coppe dopo diversi anni

Anche la Fiorentina si è distinta per l’audacia del gruppo squadra. Il lavoro di Vincenzo Italiano, uno degli allenatori esordienti più interessanti del momento, ha pagato bene e al suo secondo anno la squadra si giocherà ben due coppe (la Coppa Italia e la Conference League). La sua idea di gioco assai dinamica lo sta rendendo gradualmente un prospetto interessante, che nel medio-lungo termine potrebbe portarlo in una panchina importante. Dunque, queste qualificazioni in finale possono essere considerate come il frutto di una determinazione di caratura internazionale oltre a un poco di fortuna che non guasta mai.

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