tomas milian
Spettacolo,  Cinema

è morto Tomas Milian 17

Ricordiamo l’attore, celeberrimo per le maschere da commedia di ‘Er Monnezza’ e ‘Nico Giraldi’, con un’immersione all’interno dei suoi film meno noti, grazie al Dizionario del Cinema di mam-e

tomas milian

Vamos a Matar, Companeros!

Durante la rivoluzione messicana, un ambiguo e avido generale incarica un mercante d’armi svedese di liberare un professore, idealista e non violento, prigioniero degli americani. In realtà, il generale è interessato alla combinazione di una cassaforte di cui solo il professore è a conoscenza. Spettacolare western-spaghetti con sottotesto politico. Due anni più tardi Corbucci tornerà sull’argomento in chiave brillante con
Che c’entriamo noi con la rivoluzione?

Cane e gatto

In procinto di partire per le vacanze assieme alla famiglia, il corpulento capitano Mark della squadra speciale di Los Angeles viene richiamato in servizio per fare luce su alcuni furti e omicidi avvenuti in città. I sospetti del poliziotto cadono subito su un delinquente di sua vecchia conoscenza: Tony Roma. Film mediocre e ripetitivo. Nemmeno la presenza del simpatico Bud Spencer e l’ex Monnezza (ovvero Tomas Milian) riescono a risollevarlo.

Oltre ogni rischio

Un albergatore di Miami (interpretato da Peter Weller, il poliziotto bionico di Robocop) arriva a Santo Domingo per rintracciare una giovane guerrigliera che gli aveva salvato la vita anni prima, quando era un marine. Rimane invece implicato in un intrigo con uno spietato generale e con la moglie di questi (Kelly Mc Gillis), con la quale aveva avuto una relazione tempo prima.

Film minore del bravo regista di China Girl e
New Rose Hotel ripudiato dal suo stesso autore in seguito ad ampi tagli e manomissioni da parte della produzione.

Ro.Go.Pa.G.

Film a episodi (Illibatezza, Il pollo ruspante, Il mondo nuovo, La ricotta), tre accomunati dall’analisi degli “allegri principi della fine del mondo”. Si distingue il segmento di Pasolini, La ricotta, in cui il regista narra il dramma di un proletario, Cipriani, inconsapevole protagonista di una spietata e barocca lotta per la sopravvivenza. Per questo lavoro, Pasolini fu accusato di vilipendio alla religione di Stato e per questo costretto a modificare molti dialoghi.

Il bianco, il giallo e il nero

Torna l’insolito tema del samurai nel Far West, già visto in Sole rosso di Terence Young nel ’72. L’imperatore del Giappone dona alla comunità nipponica in America un cavallo sacro che alcuni bianchi, travestiti da indiani, rapiscono con lo scopo di provocare una guerra tra i giapponesi e i pellirossa. Un aspirante samurai, aiutato da due simpatici lestofanti, si mette sulle tracce dei rapitori. A tratti divertente, anche per merito degli interpreti.

Un giorno da leoni

Nella confusione che si è venuta a creare all’indomani dell’otto settembre 1943, tre giovani, riusciti miracolosamente a sfuggire alla cattura da parte dei tedeschi, si uniscono a un gruppo di militari decisi a compiere una pericolosa azione di sabotaggio. Primo film importante di Nanni Loy – in precedenza già autore di lavori più «leggeri» come Parola di ladro Il marito L’audace colpo dei soliti ignoti .

Alle prese con un progetto piuttosto complesso, il regista si dimostra un narratore puntuale ed efficace. L’anno dopo, Loy realizzerà Le quattro giornate di Napoli, ambientato più o meno nello stesso periodo storico. Sceneggiatura firmata dallo stesso Loy e da Alfredo Giannetti.

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