Arte: Enrico Castellani è morto un grande artista e maestro del monocromo
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Enrico Castellani: morto un grande artista del 900 e maestro del monocromo

Enrico Castellani (1930 – 1º dicembre 2017), è morto un grande Maestro e un artista unico del Secondo ‘900.

É SCOMPARSO A 87 ANNI ENRICO CASTELLANI, MAESTRO E ARTISTA TRA I PIÚ IMPORTANTI DEL SECONDO NOVECENTO

Nato vicino Rovigo si trasferisce in Belgio per studiare arte, scultura e architettura. Nel 1957 si stabilisce a Milano dove diviene uno degli artisti di maggior risalto della scena artistica.

Quasi subito nasce una simpatia con Piero Manzoni, i due artisti diventano grandi amici nonostante i caratteri estremamente differenti. Eccentrico, dinamico e scherzoso Manzoni e serio, riflessivo Castellani.

Le prima attività artistica di Enrico Castellani si concentra e viene al contempo ispirata dall’americana Action Painting e da Mark Tobey.

Con l’amico Manzoni nel 1959 fonda la rivista Azimuth, uscita solo in due numeri, questa scelta dividerà il suo percorso artistico. Tanto da annullare ciò che aveva creato e concepito negli anni precedenti.

Il monocromo

Sarà il monocromo il nuovo “medium artistico”, il più delle volte tele completamente bianche, ma non possiamo fermarci all’apparenza. Grazie alle estroflessioni la superficie era comunicativa, non piatta e non stabile, la luce e le ombre erano il nuovo linguaggio.

Un rigoroso e instabile processo artistico che si contrappone alla linearità che componevano l’Essenza di un artista che adoperava chiodi e oggetti appuntiti per modificare l’orizzontalità della tela. Parliamo della cosiddetta “ripetizione differente“: pura, monotona, ritmica e quanto mai coerente con Castellani e con la sua intensità.

Enrico Castellani, un artista fedele a se stesso e non alle tendenze artistiche “chiassose” di quegli anni. Lui era tranquillo, le sue opere erano come tranquille. Ma in fondo alla sua pratica artistica c’era il lungo e inteso lavoro riflessivo, meditativo quasi ossessivo e maniacale.

Si è distanziato dalle mode, dagli usi e costumi, era controcorrente, era nel tempo ma era anche fuori dal tempo. Di se stesso Castellani diceva «Nel tempo, né io né i miei lavori siamo cambiati», a dimostrazione del fatto che non poteva essere nient’altro che se stesso.

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