Spettacolo,  TV

Fantascienza e tv: è un legame indissolubile?

Negli ultimi anni le serie tv di fantascienza non hanno avuto molta fortuna. Colpa dei gusti degli spettatori o di mancanze di sceneggiatura e sviluppo? In occasione dell’inizio della seconda stagione di Falling Skies analizziamo il rapporto che lega la fantascienza con la tv.

Il 3 luglio su  FOX andrà in onda la prima puntata della seconda stagione di Falling Skies, serie tv fantascientifica creata da Robert Rodat (Salvate il soldato Ryan, Il patriota) e prodotta da Steven Spielberg. Falling Skies ha debuttato la scorsa estate e segue le vicende di un gruppo di persone che tentano di sopravvivere dopo un’invasione aliena. Nel cast troviamo Noah Wyle (The Librarian), Moon Bloodgood (Terminator Salvation), Drew Roy (Un anno da ricordare) e Will Patton (Armageddon, Fuori in 60 secondi e tanto altro).

I predecessori

Falling Skies è dunque un serial che cerca di mettere radici in un palinsesto televisivo che appare sempre più ostile verso la fantascienza. Dopo decenni di colonizzazione da parte di serie storiche come Star Trek, Stargate e Battlestar Galactica (solo per citarne alcune) gli spettatori sembrano stanchi di sorbirsi storie di alieni, navicelle spaziali e tecnologia avanzata. Ma è realmente così? Negli ultimi anni abbiamo assistito a colossali flop come Visitors, Terminator: The Sarah Connor Chronicles, FlashForward e Terranova. Programmi annunciati come serie evento che non sono stati capaci di coinvolgere lo spettatore e guadagnarsi la una riconferma duratura. Tutti questi esempi, però, hanno una caratteristica comune: sono partiti facendo grandissimi ascolti, per poi crollare sotto il peso delle aspettative. Tutta colpa dei gusti volubili degli spettatori , dunque? Forse, ma l’andamento degli ascolti suggerisce qualcosa di diverso.

Fantascienza e Tv: e ora?

Il problema più diffuso in televisione, infatti, sembra essere l’incapacità di sviluppare nel lungo termine gli spunti affascinanti che stimolano l’attenzione dello spettatore. Tutte le serie sopra citate hanno avuto questo andamento: un inizio scoppiettante, il marketing a soffiare sulle fiamme, ascolti iniziali da record e poi… un lento arrancare fino all’immancabile cancellazione. Tutto questo non significa che la fantascienza non soddisfa più i gusti televisivi delle persone ma, al contrario, sottolinea come il genere sci-fi sia sempre nel cuore degli spettatori che, tuttavia, hanno bisogno di storie originali e coinvolgenti che vadano oltre all’iniziale idea brillante. Dopo le innumerevoli serie sci-fi il pubblico del piccolo schermo vuole vedere dei personaggi e delle trame che non abbiano il sapore dello “già visto”. Un’esigenza giusta e comprensibile che andrebbe rispettata.

Riuscirà Falling Skies a riempire il vuoto fantascientifico che ha colpito i palinsesti? Riusciranno Robert Rodat e il suo team di sceneggiatori a mantenere vivo l’interesse del pubblico? Lo scopriremo a partire dal 3 luglio. Buona visione.

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