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I dolori del (non)giovane Martin Sheen

Per espiare le proprie pene, Ramon Gerardo Antonio Estévez, in arte Martin Sheen, ha camminato per 800 chilometri. Ha attraversato il Cammino di Santiago accompagnato dalla cinepresa del figlio Emilio, in un progetto cinematografico familiare. Ma questa è solo l’ultimo dei sentieri che l’attore nato in Ohio nel 1940 ha intrapreso nella vita. Ha interpretato più di 65 film, è stato arrestato 63 volte e ha messo al mondo 4 figli che hanno tutti seguito le sue orme.

C’é Charlie, l’unico che ha ereditato il nome d’arte, famoso a Hollywood per i guai con la giustizia: partito con il padre in Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, la sua carriera è costellata di alti (pochi) e bassi che ormai hanno preso il sopravvento. Le droghe e l’alcol sono delle compagne di vita difficili da allontanare. C’è poi Emilio, attore e regista molto stimato tra i colleghi che, dirigendo Bobby, ha dimostrato a tutto lo star-system di potercela fare da solo. Ramon e Reneé hanno cercato di seguire le orme paterne, ma la loro avventura si è fermata agli anni novanta.

Martin Sheen inizia nel 1967 con New York ore 3: l’ora dei vigliacchi di Larry Peerce, totalmente girato su una carrozza del metrò presa di mira da due criminali: un trattato sociologico in bianco e nero sull’America anni sessanta. Nel 1973 è protagonista di La rabbia giovane, primo film del genio Terrence Malick, considerato da molti la miglior pellicola statunitense di quel periodo. Cronenberg nel 1983 decide di affidargli il ruolo di candidato al Senato che porterà il mondo alla guerra nucleare, in La Zona morta (dopo Shining, la miglior trasposizione da Stephen King). Nella sua personale collezione di registi non potevano mancare Oliver Stone, che affiderà a lui e al figlio Charlie il compito di inscenare l’orrore patinato e silenzioso di Wall Street, e Martin Scorsese con il remake pluripremiato The Departed – Il bene e il male.

In un curriculum variegato non possono mancare i blockbuster come Prova a prendermi di Steven Spielberg o The Amazing Spider-Man. Da sempre attento alle politiche militari e ambientali degli Stati Uniti, Sheen ha spesso partecipato a dimostrazioni contro il governo; per questo è finito in carcere più di sessanta volte, dimostrando un’attenzione al sociale difficile da riscontrare nei colleghi.

Ne Il cammino per Santiago, fortemente voluto da lui e dal figlio Emilio, i cliché sulla Spagna degli zingari, dei toreri e del buon cibo sono solamente un pretesto per affrontare i demoni che ti perseguitano a settantadue anni. Per raggiungere un successo di questo genere i bocconi indigesti sono stati inghiottiti tutti. Perché come disse Salvador Dalì: “Chi oggigiorno vuole fare carriera dev’essere un po’ cannibale”.

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