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Spettacolo,  Cinema

FESTIVAL DI BERLINO: UN’EDIZIONE ANTI-TRUMP

Apre oggi il Festival di Berlino, uno della più importanti kermesse cinematografiche dell’anno. Il problema sicurezza e lo spirito anti-trumpiano di quest’edizione

Parte oggi il Festival di Berlino, un’edizione sotto controllo per l’allarme terrorismo: la Germania, con l’attacco ai mercatini natalizi di Monaco di Baviera, è stata l’ultima nazione vittima di un’annata di sangue e orrore e le contromisure, a Monaco, non mancheranno. Saranno limitati gli ingressi delle autovetture ai siti principali della kermesse, utilizzate barriere, ci saranno controlli eccezionali della polizia e la Security verrà rafforzata intorno alle zona del mercato in cui persero tragicamente la vita 12 persone. A questo proposito, il direttore della Berlinale Dieter Kosslick ha confermato che le eccezionali misure in atto saranno “tanto sicure quanto discrete”, è stato inoltre confermato che agenti in borghese si mescoleranno con la folla del red carpet. Un festival all’insegna della paura, dunque? Nient’affatto, almeno a quanto riferito ancora da Kosslick, che non si è risparmiato prima una frecciatina alle recenti scelte politiche di Trump che hanno estromesso alcuni ospiti ‘extracomunitari’ dalla notte degli Oscar, e poi un riferimento più esplicito: “Nessuno è stato messo da parte per questioni di sicurezza e paura. Anzi, abbiamo tante richieste a parte di star internazionali” e “Trump è il presidente più sopravvalutato della Storia” .

Anti-Trump per ‘costituzione’ anche i temi di molti dei film più attesi: si guardi a ‘The Misandrist’ (che racconta le avventure sessualmente ambigue di un gruppo di giovani insorti politici) del controverso regista Bruce LaBruce e al documentario ‘Chavela‘, dedicato alla cantante messicana Chavela Vargas, grande artista trasgender, a confermare che le intuizioni ed evoluzioni estetiche ed artistiche vanno da una parte e la politica dall’altra. Il primo film a essere proiettato alla Berlinale oggi sarà invece un altro biopic dedicato a Django Rheinardt, un altro mezzosangue, lo zingaro per eccellenza del jazz.

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