Dizionario Arte

Fontainebleau, scuola di

Fontainebleau, scuola di. Termine riferito alle opere artistiche realizzate per la corte di Francia a Fontainebleau tra il 1530 e il 1610 circa, e usato più in generale per indicare tutto ciò che nell’arte francese di quel periodo fu influenzato dal caratteristico stile qui creato; in questo senso più ampio rappresentò la tendenza dominante nell’arte francese del XVI secolo.

La forza guida della scuola di Fontainebleau fu Francesco I (1494-1547; regnante dal 1515), la cui residenza preferita fu appunto Fontainebleau, circa 65 km a sud-est di Parigi. Nel 1528 iniziò ad ampliare l’edificio (al tempo nient’altro che un padiglione di caccia) trasformandolo in un palazzo, la più importante espressione del suo desiderio di glorificare la corona francese emulando il prodigo mecenatismo dei grandi principi umanisti d’Italia.

Dato che la Francia era priva di una

Dato che la Francia era priva di una tradizione nazionale di pittura murale adeguata alle sue ambizioni, chiamò artisti italiani di prim’ordine, in particolare Rosso Fiorentino, che si trasferì in Francia nel 1531, e Primaticcio, che lo seguì nel 1532.

I maestri italiani riuscirono ad adattare i loro propri stili agli ideali del gusto francese di corte e furono assistiti da artisti francesi e fiamminghi. Da questo rapporto nacque uno stile *manierista particolare, elegante, sofisticato, spesso voluttuoso, che si espresse nel modo più caratteristico nella pittura murale combinata con l’ornamento in stucco.

Molto del lavoro in stucco era ad alto rilievo, ma Rosso sviluppò anche un motivo diverso conosciuto come *intreccio, nel quale lo stucco è creato tramite sagome contenenti pelle o carta pecora arrotolati e tagliati in modelli decorativi; questa divenne una particolare forma ornamentale in Inghilterra e nei Paesi Bassi (gli elementi decorativi di Fontainebleau si diffusero ampiamente attraverso stampe).

Il caratteristico stile figurativo

Il caratteristico stile figurativo di Primaticcio -caratterizzato da lunghi arti, piccole teste e profili affilati ed eleganti-divenne effettivamente canonico nell’arte francese fino alla fine del XVI secolo.

Anche altri artisti italiani lavorarono a Fontainebleau, tra i quali Nicolò dell’Abate e Cellini, ma molte delle opere collegate alla scuola furono realizzate da mani ignote, sebbene spesso di alta qualità, come il famoso dipinto Diana cacciatrice (1550 ca, Louvre, Parigi). Il soggetto mitologico, la slanciata eleganza, il paesaggio idilliaco e l’aria di sofisticata artificialità di questa opera sono del tutto tipici della scuola, l’influenza della quale lasciò indifferenti pochi artisti francesi del tempo.

Dopo l’interruzione causata

Dopo l’interruzione causata dalle guerre di religione (1562-98) la pittura decorativa dei palazzi reali fu riportata in vita per volontà di Enrico IV (regnante 1589-1610). Il nome seconda scuola di Fontainebleau è riferito generalmente agli artisti che furono al servizio di Enrico, in particolare Ambrosie Dubois, Toussaint Dubreuil e Martin Fréminet. Le loro opere erano ben fatte, ma prive della brillante inventiva delle migliori opere della prima scuola.

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