Dizionario Opera

Fosca

L’opera segnò il ritorno di Gomes a Milano, dopo il soggiorno in Brasile. Il suo esito non fu positivo, sebbene Giulio Ricordi confermasse la sua ammirazione per l’autore; solo alla ripresa scaligera del 7 febbraio 1878, in una nuova versione, riscosse finalmente il meritato successo.

Tra Venezia e la costa istriana, alla fine del X secolo. Gajolo progetta con i suoi pirati il rapimento di una ricca sposa nel giorno del suo matrimonio. Fosca è appassionatamente innamorata di Paolo, già catturato dai pirati, ma questi è legato a Delia e rifiuta il suo amore. Quando il padre ottiene la sua libertà in cambio d’un cospicuo riscatto, Fosca piange la partenza dell’amato e Cambro, segretamente innamorato di lei, le promette di riportarglielo se ella vorrà sposarlo; Fosca si adira ma accetta. Arrivato il giorno del rapimento, i pirati si appostano davanti alla chiesa. Solo allora Fosca capisce che gli sposi in pericolo sono Paolo e Delia; tenta allora di bloccarli prima che giungano in chiesa. Nella confusione generale, Gajolo viene arrestato dai soldati veneziani e Paolo viene catturato nuovamente dai pirati, mentre Cambro rapisce Delia (egli spera di diventare il nuovo capo dei pirati e continua il suo intrigo con Fosca). Intanto a Venezia, Gajolo, di fronte ai senatori e al doge, baratta la propria liberazione in cambio del rilascio dei due promessi sposi; viene dunque liberato e giunge nel covo dei pirati nel momento in cui Fosca sta costringendo Delia ad avvelenarsi per salvare la vita a Paolo. Gajolo sventa i suoi piani, libera i due fidanzati, riconquista il comando ed elimina l’infedele Cambro. Fosca allora si avvelena implorando, morente, il perdono di Paolo.

L’opera è, sotto il profilo melodico, meno originale del Guarany , ma più sicura nella tecnica drammaturgica. Il frequente ricorso all’uso di temi ricorrenti le valse l’accusa di wagnerismo e ne provocò il ‘fiasco’, coinvolgendola nella querelle tra i sostenitori della tradizione nazionale e i wagneriani. In realtà l’uso dei motivi conduttori non ha un valore sinfonico, ma solo melodico; l’opera si avvicina di più al modello del grand-opéra alla Meyerbeer, caratterizzato dalle scene d’assieme e da grandiosi finali (ad esempio il finale del secondo atto, superato per complessità solo dal finale terzo dell’ Otello ). La drammaturgia solida e ben supportata dal libretto, che è di buon livello, ricorda I Lituani di Ponchielli, mentre la costellazione dei personaggi anticipa la Gioconda . Tutta l’opera è pervasa da un melodismo ricco d’inventiva; tra i momenti più riusciti ricordiamo l’aria di Fosca “Quale orribile peccato”, di ardente lirismo, e i tre duetti: quello di Fosca e Paolo (“Cara città natia”), sostenuto da un ampio ‘cantabile’ dell’orchestra; quello di Paolo e Delia (“Già troppo al mio supplizio”), delicato e idilliaco, e infine quello di Fosca e Cambro (“Tu lo vedrai negli impeti”), di notevole intensità espressiva. L’opera venne sottoposta a una nuova revisione per la rappresentazione modenese del 1889.

Type:

Melodramma in quattro atti

Author:

Antônio Carlos Gomes (1836-1896)

Subject:

libretto di Antonio Ghislanzoni, dalla novella La festa delle Marie. Storia veneta del secolo X di Luigi Capranica

First:

Milano, Teatro alla Scala, 16 febbraio 1873

Cast:

Gajolo, pirata istriano (B); Fosca, sua sorella (S); Michele Giotta, senatore (B); Paolo, suo figlio, capitano veneziano (T); Delia, orfanella veneta e sua fidanzata (S); Cambro, schiavo veneziano al servizio di Gajolo (Bar); il doge di Venezia (B); pirat

Signature:

m.pe.

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