Dizionario Arte

Grand Tour

Lungo viaggio che un giovane aristocratico o gentiluomo inglese compiva principalmente attraverso la Francia e l’Olanda, ma soprattutto in Italia, alle volte in compagnia di un tutore, per completare la propria educazione. L’origine del Grand Tour risale al XVI secolo ma il suo rigoglio si ebbe nel XVIII, quando divenne un passaggio quasi obbligatorio nella formazione dei figli (o quanto meno del maggiore) delle famiglie nobili in Inghilterra (siffatti ‘tour’ erano intrapresi anche dai giovani rampolli dell’aristocrazia di altre nazioni, ma preferibilmente in compagnia di viaggiatori inglesi). Il viaggiatore aveva generalmente tra i 17 e i 22 anni e il tour durava un anno o poco più. Tali viaggi posero le basi per molte raccolte d’arte di famiglie aristocratiche e contribuirono a portare in Inghilterra la tendenza al neoclassicismo e l’ammirazione per la pittura italiana, con la conseguente domanda di opere di artisti italiani: fra gli artisti che soddisfecero tale domanda vi furono Batoni, Canaletto, Panini e Piranesi, mentre alcuni artisti inglesi (come Gavin Hamilton, William Kent e Joseph Nollekens) riuscirono a volte a mantenersi durante il soggiorno italiano lavorando per mercanti e restauratori che rifornivano la clientela straniera, soprattutto a Roma. Esisteva anche un fiorente mercato di guide turistiche (vedi Richardson). Fra il 1792 e il 1815 la rivoluzione francese e le guerre napoleoniche misero praticamente fine ai viaggi in Europa e il grand tour, anche se più tardi tornò di moda, aveva ormai lasciato indietro la sua età dell’oro. Alla metà del XIX secolo le ferrovie cominciarono ad aprire l’Europa ai viaggiatori borghesi, ma il Grand Tour non esisteva già più.

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