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Green Pass: ritirati tutti gli emendamenti

Tutti i partiti di maggioranza del Governo Draghi, Lega compresa, hanno ritirato gli emendamenti al decreto Green Pass (approvato il 6 agosto). Non ci sarà voto di fiducia.

Tutti i partiti di maggioranza che sostengono il Governo Draghi, compresa la Lega, hanno ritirato gli emendamenti al decreto Green Pass.  Non sarà necessaria la fiducia per procedere con l’esame del testo alla Camera dei Deputati.

È però probabile che il voto finale slitti a giovedì 9 settembre, causa informativa urgente del Governo sulla crisi in Afghanistan ( https://www.camera.it/leg18/1132?shadow_primapagina=12888 ).

Da tempo era in corso una trattativa sugli emendamenti tra le forze di maggioranza. Dei 900 emendamenti presentati dalla Lega, ritirati in seguito alle parole di Draghi riguardo alla volontà di “andare avanti”, ne rimanevano in piedi una cinquantina; su alcuni era anche previsto il voto segreto, che rischiava di compromettere la coesione della maggioranza.

Dal Carroccio, Matteo Salvini definisce il ritiro degli emendamenti “un passo avanti: qualcuno voleva mettere la fiducia eliminando qualsiasi discussione in Parlamento e fortunatamente non è stato così”; ribadisce inoltre il no del suo partito a qualsiasi obbligo vaccinale, chiusura o lockdown “come fa il ministro Speranza gettando tutti nello sconforto”.

Su Twitter, il leghista Claudio Borghi – Presidente della Commissione Bilancio di Montecitorio – commenta:

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Le proposte della Lega riguardano i tamponi gratuiti “soprattutto per minori, disabili e famiglie numerose e per garantire il diritto alla scuola e anche all’università”. Salvini, d’altronde, sostiene che lo Stato dovrebbe farsi carico di eventuali danni gravi provocati dai vaccini, “visto che per molti il vaccino è sostanzialmente obbligatorio altrimenti non lavori”.

In definitiva, il premier Draghi ha deciso di procedere su una linea ben precisa: estensione del Green Pass ai luoghi di lavoro – in primis nella pubblica amministrazione – e vaccinazione obbligatoria. Anche il Presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, si dice d’accordo a mettere in sicurezza i luoghi di lavoro, e aggiunge che l’esecutivo potrebbe farsi carico della spesa dei tamponi.

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