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Moda

Gucci accusata di razzismo per un maglione

Gucci accusata di razzismo per un maglione. Dopo le scuse, il ritiro dal mercato

Ritorna l’ombra del blackface dopo la medesima vicenda che vede protagonista la griffe Prada (qui la news). Anche Gucci accusata di razzismo per un maglione

Gucci accusata di razzismo

La civiltà moderna si scontra con i fantasmi del passato. O, al contrario, la società dei giorni nostri – progressista per alcuni, evoluta per altri – dimostra un bigottismo tinto da farsa vittimista.


Da Gucci a Prada, le griffe italiane sono razziste?

Gucci accusata di blackface per un maglione. Maglione caricatura afroamericani
Il maglione incriminato fuori dal mercato. Prezzo 780 euro

Di blackeface, qualche mese fa è stata accusata anche Prada per alcuni portachiavi dalla pelle scura e labbra laccate fortemente pronunciate.

Alla luce dei fatti, la Maison si difese attraverso un comunicato stampa. Fuori dal mercato i prodotti incriminati, con un ammacco economico non indifferente.

Stessa sorte spetta a Gucci accusata di razzismo che, con una nota simile a quella della griffe milanese, chiede scusa e ritira la merce dalla piazza.

Ci scusiamo profondamente per le offese causate dal maglione passamontagna. Confermiamo che il capo è stato ritirato dal nostro store online e dai negozi fisici“, fa sapere l’azienda fiorentina.


Ma cos’è il blackface?

Il Blackface è, in realtà, un trucco utilizzato negli spettacoli teatrali.

La sua comparsa è stata datata intorno al 1799 anno in cui, a Boston, lo spettacolo “The gay Negro boy” va in scena senza non poche critiche.

Gucci accusata di blackface per un maglione. maschera Gucci blackface
Altro esempio di Blackface nella collezione Gucci AI 2018/19

Il Minstrel Show – caricatura offensiva nei riguardi degli afroamericani – giudicato uno svago divertente dalla borghesia americana di metà Novecento, trova un nemico in Martin Luther King.

Il movimento dei Diritti Civili, voluto con ardore dal politico e attivista statunitense, si batteva – e lo fa ancora – contro gli archetipi razzisti che violavano la dignità degli afroamericani. Il cosiddetto “dandismo coon“.

Nei giorni nostri e grazie ai social, basta davvero poco per mandare in crisi un intero sistema. Quello della moda.

Le accuse di razzismo a Gucci – ingiustificate, va detto – arrivano per mezzo social da una fashion blogger di colore. “Buon Black History Month a tutti“, ha twitatto, ironicamente.

Il black History Month è una ricorrenza osservata durante tutto il mese di febbraio negli Stati Uniti e Canada, che celebra la diaspora di alcuni personaggi di colore.

C’è da porsi alcune domande. Quanta libertà di espressione conserva, oggi, una griffe? Il fashion business è talmente vulnerabile tanto da doversi difendere dalle accuse ritirando la merce sul mercato?

 

 

 

 

 

 

 

 

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