Dizionario Arte

Hofer, Karl

Pittore tedesco. All’inizio della sua carriera visse a Roma (1903-08) e a Parigi (1908-13) e visitò anche l’India. Poi visse principalmente a Berlino, dove insegnò alla Hochschule für Bildende Künste. Raggiunse un considerevole successo e la sua fama si sparse oltre la Germania, ma nel 1933 la sua opera fu dichiarata degenerata dai nazisti e fu rimosso dall’incarico d’insegnante. Il suo studio e molta parte della sua opera andarono distrutti in un bombardamento nel 1943. Alla fine della seconda guerra mondiale fu reintegrato alla Hochschule e nominato direttore. Scrisse diverse opere teoriche sull’arte e anche un’autobiografia, Aus Leben und Kunst (Vita e arte), pubblicata nel 1952. In questo libro diceva che “si deve avere coraggio di essere non-moderni”, e sebbene i suoi soggetti fossero ispirati alla vita moderna, rifiutò l’ espressionismo che era la corrente dominante nell’arte tedesca dell’epoca. Eccetto un breve esperimento con la pittura astratta nel 1930-31, si concentrò su una serie ristretta di immagini ricorrenti attraverso le quali espresse una visione del mondo oscura e disillusa. Le sue opere più tipiche ritraggono figure pensierose, da sole o in coppia, ma realizzò anche ritratti, paesaggi e grandi composizioni di figure. La semplicità e la forza del disegno nei suoi quadri riflettono la sua consolidata ammirazione per Cézanne, ma i colori biancastri e freddi sono un suo tratto personale. Nascita: Karlsruhe 1878; Morte: Berlino 1955

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