Arte

Il restauro dell'”Adorazione dei Magi” di Leonardo nelle immagini della prima fase

È stato presentato all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze il dipinto “L’Adorazione dei Magi” di Leonardo da Vinci del Museo degli Uffizi, in seguito alla prima fase di restauro.

Il dipinto su tavola fu iniziato da Leonardo nel 1481. Destinato al monastero di San Donato di Scopeto fu lasciato incompiuto dall’artista.

In seguito alle analisi diagnostiche, iniziate nel 2011, il restauro ha interessato le parti pittoriche. Lo descrive così Marco Ciatti, Soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze: “Come appare in maniera così evidente la superficie pittorica, anche se appena abbozzata, risulta ora libera dal pericoloso effetto di strappo dei materiali accumulatisi sopra, e le parti disegnate e ombreggiate da Leonardo emergono finalmente leggibili in maniera chiara, rendendo possibile una più approfondita lettura dei loro valori espressivi. Per esempio, le alterazioni di questi materiali aggiunti ed alterati non originali sulla bellissima figura del pensatore, o Isaia secondo la lettura iconografica di Antonio Natali, appiattita dallo sbiancamento sono scomparse con un leggerissimo trattamento di pulitura e la potenza dei volumi e dell’espressione sono immediatamente riemerse. Ma è soprattutto nella parte alta che la nuova lettura dell’opera si afferma prepotente, rivelando un accenno sottilissimo del colore del cielo e rendendo percepibili a occhio nudo anziché solo in infrarosso le figure dei lavoratori che sono intenti alla ricostruzione del Tempio, elemento iconologico di grande importanza, così come la zuffa di cavalli e figure umane sulla destra. La presenza di queste tracce di velatura di colore locale, già evidenziata dalle prime indagini diagnostiche, è forse all’origine della patinatura con la quale, nei secoli passati, le si erano volute occultare, forse per conferire all’insieme l’effetto non di un non finito, ma di un voluto monocromo”. 

L’intervento non vuole riportare l’opera a com’era nel Quattrocento, ma conservare la patina conferitagli dal tempo. A tal proposito Ciatti specifica che “Il principio che ci guida, come è bene noto, è che la pulitura non deve porsi l’obiettivo di far tornare il dipinto come era da nuovo, una indimostrabile e pericolosissima pretesa dato che nessuno sa esattamente come esso apparisse e può condurre a danni irreparabili, ma quelli più ragionevoli di consentire una corretta lettura dei suoi significati e valori espressivi, sia pur con i segni del passaggio del tempo”.

Il termine del restauro è programmato per la fine del 2015, quando l’opera ritornerà agli Uffizi. Intanto si possono vedere i risultati della prima fase dell’intervento in queste bellissime immagini fornite dal Polo Museale Fiorentino.

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