Arte

IL SILENZIO VIVO: L’ARTE DELLE DONNE

 

 

 

Inquietante e giocoso. In-Out Antropofagia, il video in super-otto dell’arista brasiliana Anna Maria Maiolino, alterna primi piani fra labbra e nasi. Bocche maschili e femminili si aprono e si chiudono, sorridono, accennano a una smorfia, mostrano i denti e la lingua, cercano di parlare. In alcune inquadrature le labbra sono colorate di rossetto, in altre sono bloccate da un nastro, da un uovo, talvolta i denti masticano dello spago, giocano con lo spago, che poi la bocca espelle, abbozzando un sorriso sarcastico. Le narici emettono fumo. Sono esperimenti, incomprensibili.  Un susseguirsi di gesti in cui non appare nessuna identità. La colonna sonora, una sorta di suono elettrico contribuisce all’allucinazione, al sogno. Ciò che si percepisce è solo l’attenzione che la Maiolino attribuisce alle funzionalità orifiziali e al corpo, desideroso di consumare cibo, cultura, aria, tutto. È un cannibale, lo stesso titolo Antropofagia, dal greco “mangia- uomini” ne aggiunge significato.

A osservarlo lascia perplessi, ad analizzarlo ne fa capire il significato. Sarà in mostra alla Biennale Donna di Ferrara XVIesima edizione: Silencio Vivo, curata da Lola G Bonora e Silvia Cirelli. Il cui baricentro è spostato sulla multiforme creatività latinoamericana femminile, con interrogativi che spaziano dall’esperienza della migrazione, spesso dovuta a dittature, dalla criminalità ai rapporti sociali.

Quattro le artiste chiamate a riflette sulle problematiche, le aspirazioni, le condizioni socioculturali, identitarie e geopolitiche. Oltre alla Maiolino, in mostra Teresa Margolles, Amalia Pica e Ana Mendieta. Sarà proprio quest’ultima ad aprire la scena. Fra le artiste più significative di tutti i tempi, scomparsa a New York cadendo dal trentaquattresimo piano del palazzo dove viveva con il marito, è stata fonte di ispirazione per tutto il panorama mondiale. Le sue performance, realizzate fra gli anni ’60 e ’70 intrecciano il rapporto fra la natura e il corpo contenitore di energia universale. Il rimando spesso è ai riti cubani, alla terra madre, abbandonata, ma mai dimenticata. Attualissima la poetica della messicana Teresa Margolles. Le sue installazioni realistiche sono di rimando alla violenza del suo paese, soprattutto di Ciudad Juarez. Morte e violenza, crudeltà, discriminazione sociale e politica in quella parte di America. L’ipertrofia della comunicazione, infine, è il soggetto prescelto da Amalia Pica: disegni, video, fotografie costringono a riflettere sull’equivoco e l’anielazione dati dalla mancanza di parole. Ci si isola, in un mondo sempre connesso alla rete.

XVIesima edizione della Biennale Donna: Silenzio Vivo
Dal 17 aprile al 12 giugno
Padiglione d’Arte Contemporanea, Ferrara

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