Opera: il viaggio a Reims, il buffo sublime di Rossini al teatro dell'Opera di Roma
Spettacolo,  Opera

Il viaggio a Reims: a Roma il buffo sublime di Rossini 2017

Il viaggio a Reims, ossia L’albergo dal giglio d’oro. Dramma giocoso in un atto di Gioacchino Rossini su libretto di Luigi Balocchi

Da stasera al 24 giugno andrà in scena al Teatro dell’Opera di Roma, per la prima volta, Il Viaggio a Reims, con la regia di Damiano Michieletto e la direzione d’orchestra di Stefano Montanari. Ecco l’analisi dettagliata di una delle più belle e forse meno note opere rossiniane.

Prima rappresentazione: Parigi. Theatre Italien, 19 giugno 1825. Personaggi: Corinna (s), la marchesa Melibea (A), la contessa di Folleville (S), Madama Cortese (s), il cavalier Belfiore (t), il conte di Libenskof (t), Lord Sidney (b), Don Profondo (b), il barone di Trombonok (b), Don Alvaro (b), Don Prudenzio (b), Don Luigino (t), Maddalena (s), Delia (s), Modestina (a), Antonio (b), Zefirino (t), Gelsomino (t), quattro virtuosi ambulanti (s,a,t,b); contadini, giardinieri, servi.

Indice.

  1. Nascita e contesto dell’opera.
  2. Trama.
  3. Commento dell’opera.
    1. La prima.
    2. Il finale.
    3. I personaggi.

NASCITA E CONTESTO DELL’OPERA.

Prima rappresentazione: Parigi. Theatre Italien, 19 giugno 1825. Personaggi: Corinna (s), la marchesa Melibea (A), la contessa di Folleville (S), Madama Cortese (s), il cavalier Belfiore (t), il conte di Libenskof (t), Lord Sidney (b), Don Profondo (b), il barone di Trombonok (b), Don Alvaro (b), Don Prudenzio (b), DOn Luigino (t), Maddalena 8s), Delia (s),, Modestina (a), Antonio (b), Zefirino (t), Gelsomino (t), quattro virtuosi ambulanti (s,a,t,b); contadini, giardinieri, servi.

In occasione dell’incoronazione di Carlo X, avvenuta a Reims ai primi del giugno 1825, fu commissionata a Rossini una cantata scenica, che doveva costituire il culmine dei festeggiamenti organizzati per questo importante evento. Rossini, che aveva da poco firmato il contratto per la carica di Direttore della Musica e della Scena del Teatro Reale Italiano si rivolse così al genere della cantata, che ben si adattava all’intento encomiastico chela composizione doveva assumere.

Il librettista, Luigi Balocchi, elaborò il libretto del Viaggio a Reims con un’idea quantomeno geniale: un gruppo di invitati all’incoronazione, diretti a Reims, fanno sosta alle terme di Plombieres, dove vengono bloccati da un contrattempo che impedisce loro di assistere alla cerimonia.; improvvisano così una celebrazione dell’albergo, prima di rientrare a Parigi per le festività che seguono l’incoronazione. Va notato che i personaggi, provenienti da nazioni diversissime, offrono lo spunto per una metafora sul cosmopolitismo di Carlo X, sugli intenti pacificatori col mondo intero dichiarati dal sovrano all’avvento al trono.

Questa differenziazione dei personaggi offre inoltre a Rossini la possibilità di innumerevoli parodie stilistiche, che creano, con felice situazione, un teatro nel teatro. Chiaramente Balocchi, per fornire un supporto adeguato a quasi tre ore di musica, deve creare lo spunto per arie, duetti, concertati, e questo avviene delineando rivalità, amori, contrasti, all’interno dell’eterogeneo gruppo degli ospiti. Va inoltre notato come gran parte elle allegorie del libretto derivino dal romanzo Corinne ou l’Italie di Madame de Stael, lo stesso personaggio di Corinna è un autoritratto della scrittrice.

TRAMA.

Madama Cortese, proprietaria dell’albergo ‘Il Giglio d’Oro‘, invita gli inservienti a occuparsi dei preparativi per il viaggio degli ospiti a Reims , dove Carlo X sarà incoronato. Arriva la Contessa di Folleville, parigina pazza per la moda e amante del cavalier Belfiore, preoccupata perché non è ancora arrivato il suo baule. Don Luigino, cugino della contessa, annuncia che la carrozza che portava i bagagli si è rovesciata, danneggiando il carico. La contessa sviene, ma si riprende quando la cameriera Modestina le porta uno scatolone ,con un prezioso cappellino scampato alla sciagura.

Entrano in scena il barone di Trombonok, ufficiale tedesco fanatico per la musica, Don Profondo, letterato e maniaco delle antichità, e Don Alvaro, grande di Spagna, che presenta al barone Trombonok Melibea, una bella vedova polacca di cui è innamorato. Arriva anche il conte di Libenskof, un gentiluomo russo anch’egli innamorato di Melibea, e Alvaro si ingelosisce. La rivalità tra i due viene interrotta dalle dolci note dlel’arpa dell’improvvisatrice Corinna. Sopraggiunge anche Lord Sidney, ospite inglese innamorato di Corinna, che lamenta le sue pene d’amore.

Intanto il cavalier Belfiore, travata sola la poetessa, cerca di conquistarla, ma Don Profondo irrompe in scena deridendolo, e compila la lista degli oggetti di valore richiestagli dal barone. Improvvisamente arriva la notizia ferale: è impossibile intraprendere il viaggio a Reims perché non si riescono s trovare cavalli da noleggio. Madama Cortese risolleva gli animi: ci si potrà consolare del mancato viaggio andando a Parigi, dove si preparano grandi festeggiamenti in onore del re.

Gli ospiti decidono dunque di partire l’indomani per la capitale. Intanto viene imbandita una ricca tavola: il barone propone un brindisi musicale nello stile dei vari Paesi, in onore dei convitati, del re e della famiglia reale. Per la poetessa vengono proposti vari temi tratti dalla storia di Francia, tra i quali Melibea estrae a sorte quello di ‘Carlo X, re di Francia’. Dopo la celebrazione di Corinna, la cantata si chiude con l’apoteosi della famiglia reale.

COMMENTO DELL’OPERA.

La prima.

Il re e la famiglia reale presenziarono alla ‘prima’, nella sala del Louvois sfarzosamente illuminata. L’attesa per la prima opera scritta da Rossini per Parigi era spasmodica. Si fece di tutto per ottenere l’assenso del compositore a più repliche, ma questi fu irremovibile. Acconsentì a una ripresa il 23 giugno, e ancora il 25; un’ultima rappresentazione ebbe luogo il 12 settembre. Che Rossini non acconsentisse poi a riprese del Viaggio a Reims è del tutto naturale, essendo gran parte della musica della cantata trasmigrata poco dopo in un nuovo titolo per l’Opéra, Le Comte Ory (1828) e poi in due altre cantate.

Ciò che è straordinario constatare nel processo di auto-parodia di Rossini, è come un terzo della musica del Compte Ory, presa dal Viaggio a Reims suoni in quest’opera del tutto nuova. Sorprendente è anche la capacità mimetica di Rossini: il primo frutto nato in terra di Francia ha immediatamente un colore del tutto nuovo rispetto al Rossini italiano, da musica francese appunto, dato essenzialmente dall’armonia e dalla strumentazione. Tra le pagine più alte di una partitura che inanella peraltro una serie di pezzi di bellezza e ironia straordinari, non si può non ricordare il sestetto che chiude idealmente la prima parte della cantata, concepita come un esteso finale d’atto, e il gran pezzo concertato a 14 voci, che destò un’enorme impressione anche tra i contemporanei.

Il finale.

Il finale offre l’occasione di intonare sette canzoni nazionali: quella tedesca, basata sul Volkslied di Haydn; il brindisi di Melibea, in forma di polacca italianizzata; due canzoni, una russa e una spagnola; l’adattamento di ‘God save the King‘, cantato da Lord Sidney e la parafrasi del canto francese; il numero viene chiuso dall’improvvisazione di Corinna, in 5 strofe, con ricchi abbellimenti, nella quale viene lasciato comunque spazio a ulteriori improvvisazioni.

I personaggi.

Divertentissimi anche i ritratti dei vari personaggi delineati nelle arie: si pensi a quella della contessa, che piange le sorti del suo cappellino, e alla gioia della cabaletta quando il prezioso oggetto viene ritrovato; o, ancora, l’irresistibile aria di Don Profondo, che enumera le antichità del barone, una vera e propria aria di catalogo. Ma, a ben vedere, lo humour più sottile sta nel fatto che gli ospiti dell’Albergo del Giglio d’Oro non arriveranno mai a Reims per celebrare Carlo X, e che poi la musica del Viaggio verrà trasferita nella cantata Andremo a Parigi? (1848), in onore della rivoluzione invece che del re.

 

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