Jean Tinguely all'Hangar Bicocca
Arte,  Mostra

Jean Tinguely all’Hangar Bicocca fino al 2 febbraio

L’estetica del rumore e la “poetica” del movimento nella mostra di Jean Tinguely all’Hangar Bicocca.

 

Jean Tinguely all'Hangar Bicocca

La mostra di Jean Tinguely all’Hangar Bicocca

Jean Tinguely torna in Italia con una mostra da Pirelli Hangar Bicocca, curata da Camille Morineau, Lucia Pesapane, con Vicente Todoli e Fiammetta Griccioli. I quattro insieme raccontano come la sua sia stata un’arte anti-museo, anti-pop. Una scelta che si è materializzata anche con la creazione, intorno all’ultimo ventennio del secolo scorso, di un luogo che sarebbe diventato per lui atelier, ma anche uno spazio condiviso e collettivo in cui ospitare le istanze culturali più interessanti dell’epoca: il Torpedo Institut all’interno della fabbrica abbandonata La Verrerie, chiuso alla sua morte.

La sua produzione riflette in maniera ludica e giocosa su questioni anche per noi assolutamente contemporanee: da un lato la crescente società consumistica, con la sovrapproduzione di beni concentrati soprattutto in alcune parti dell’emisfero (e con il conseguente sfruttamento delle risorse in paesi che restano ancora indietro dal punto di vista economico e sociale), dall’altro la relazione con le innovazioni del tempo, il suo con la tecnica e il nostro con la tecnologia.

La mostra in Pirelli HangarBicocca è la più estesa retrospettiva realizzata in Italia dopo la scomparsa dell’artista e include quaranta opere, realizzate dagli anni cinquanta agli anni novanta, che occupano la quasi totalità dei 5.000 metri quadrati delle Navate.

 

Jean Tinguely all'Hangar Bicocca

 

Il percorso espositivo

Il percorso dell’esposizione di Jean Tinguely all’Hangar Bicocca è un’unica coreografia sonora e visiva formata da opere di varie dimensioni, alcune addirittura monumentali, in cui emergerà la componente sonora, quella dinamica e quella cromatica dell’espressività anticipatrice di Tinguely.

Le opere meccaniche trovano un legame spontaneo con l’ampiezza dell’edificio ex industriale di Pirelli HangarBicocca e offrono al pubblico la possibilità di entrare in contatto e approfondire la pratica dell’artista svizzero che concepiva l’arte lontana dall’idea di autorialità, quindi mai univoca e definitiva: un’arte sovente realizzata come performance, talvolta collocata in luoghi non museali, transitoria e, grazie ai suoi elementi interattivi, capace di coinvolgere e affascinare.

Il progetto architettonico di Mario Botta si affaccia direttamente sul fiume Reno e custodisce la più grande raccolta di opere dell’artista. Da quelle cinetiche degli anni ‘50, alla produzione del ‘60 con il Nouveau Réalisme, fino agli anni ‘70 e ‘80, grazie anche alla donazione della moglie e artista Niki de Saint-Phalle (Neuilly-sur-Seine, 1930 – La Jolla, 2002), celebrata anch’essa con una mostra appena inaugurata al Mudec, curata da Lucia Pesapane.

Nel  percorso espositivo i lavori che hanno segnato l’evoluzione dell’arte di Jean Tinguely come le sculture sperimentali méta-mecanique della metà degli anni cinquanta; Gismo (1960) imponente scultura meccanica dotata di ruote e motore; Ballet des Pauvres (1961) realizzata con oggetti di uso domestico; le grandi macchine come Requiem pour une feuille morte del 1967; Plateau agriculturel (1978) realizzata con diversi macchinari per il lavoro agricolo; i Philosopher del 1988 e 1989 dedicati ai filosofi antichi e moderni (che hanno teorizzato l’anti materialismo); le macchine musicali come Méta-Maxi e le opere come Pit-Stop del 1984 e Shuttlecock del 1990 che rivelano la grande passione dell’artista per la Formula 1 e per le gare di velocità.

 

Jean Tinguely all'Hangar Bicocca

 

L’artista

Jean Tinguely (Friburgo, 1925 – Berna, 1991) è considerato uno dei grandi artisti pionieri del XX secolo che hanno rivoluzionato il concetto stesso di opera d’arte, e uno dei maggiori esponenti dell’arte cinetica. Al centro del suo lavoro vi è la ricerca attorno alla macchina con il suo funzionamento e movimento, i suoi rumori e suoni e la sua poesia intrinseca. Tinguely è tra i primi artisti ad utilizzare oggetti di scarto, ingranaggi e altri materiali che poi salda, creando macchine rumorose e cacofoniche funzionanti dotate di veri e propri motori. Le sue sculture presentano inoltre un carattere performativo grazie al loro costante movimento e alla loro peculiarità di coinvolgere il pubblico.

 

Il catalogo

In occasione della mostra è stato  pubblicato un catalogo (italiano-inglese) da Marsilio Arte con contributi di Béatrice Joyeux-Prunel, Camille Morineau, Lucia Pesapane, Renzo Piano, Annalisa Rimmaudo, Vicente Todolí, Melissa Warak.

 

Conclusione: La mostra è l’occasione per rinnovare il legame di Jean Tinguely con  l’Italia, a distanza di molti anni (l’ultima mostra risale al 1987, a Palazzo Grassi a Venezia).

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