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La Consob indaga sull’Opa Lvmh-Bulgari

In seguito agli esposti di alcuni fondi americani minori. Intanto migliorano i conti della società orafa

L’organismo di controllo delle attività di Borsa italiano, la Consob, ha aperto un’inchiesta sull’offerta pubblica di acquisto (Opa) delle azioni Bulgari che è legata al passaggio della prestigiosa casa orafa italiana al polo del lusso francese Lvmh.

L’esito dell’indagine sarà reso noto non prima del 4 agosto ma i contorni della vicenda sono chiari. Al centro degli esposti presentati da tre fondi americani di minoranza c’è infatti il pacchetto di 57mila azioni Bulgari posseduto personalmente dai fratelli Paolo e Nicola, ceduto da questi a Lvmh fuori dell’accordo generale e con un sovrapprezzo di 1,2 euro ad azione rispetto alla quotazione ufficiale di 12,25 euro. L’entità del controvalore è davvero esiguo – meno di 70 mila euro – rispetto al valore complessivo dell’operazione, che sfiora i 4 miliardi, ma anche Lvmh – con una nota – ha dovuto ammettere che lo scambio fuori dei termini pattuiti è avvenuto, addebitandolo tuttavia a una semplice “svista”, a un “errore materiale”.

Ciò aveva tuttavia alimentato alcune voci sul possibile rialzo del prezzo dell’Opa, che il gruppo francese ha tenuto a “smentire categoricamente”, ritenendole per altro tali da confondere potenzialmente il mercato. L’acquisto da parte di Lvmh del 24% di azioni Bulgari rimanenti sul mercato – dopo la cessione delle quote detenute dalla famiglia – avverrà dunque al prezzo indicato di 12,25 euro. Se tuttavia la Consob dovesse accettare i ricorsi, allora l’Authority italiana dovrà anche esprimersi sul prezzo; se invece i ricorsi fossero rigettati, tutto si risolverà in un ballon d’essai.

Intanto Bulgari – che ha preferito non commentare in alcun modo la vicenda – ha diffuso i risultati del primo semestre 2011, che vedono un deciso incremento del fatturato (+23,6%) a 548 milioni di euro e un utile operativo passato dai 12,3 milioni del primo semestre 2010 ai 15,3 attuali. L’utile è tornato in nero – per 9,1 milioni – rispetto al rosso di 7,7 milioni di un anno fa. L’utile del secondo trimestre 2011 è risultato tuttavia in contrazione, a -200mila euro, rispetto ai +600mila euro dello stesso periodo del 2010.

S.R.

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