«La scarpa ha lasciato l'impronta in me»: intervista a Francesco Costantini di Duca Heritage
Editoriali,  Moda

«La scarpa ha lasciato l’impronta in me»: intervista a Francesco Costantini di Duca Heritage

Francesco Costantini erede della famiglia fondatrice del marchio Duccio del Duca racconta la sua nuova esperienza come shoes converter in Duca Heritage di cui è a capo

Nell’intervista a Francesco Costantini di Duca Heritage si comprende come il bagaglio delle tradizioni e delle esperienze della vita della precedente attività di famiglia legata al marchio Duccio Del Duca abbiano costituito il patrimonio di know how su cui si fonda la nuova avventura di Francesco. È per questo che la nuova società prende il nome di Duca Heritage. Una coniugazione del nome del marchio prodotto nell’antico calzaturificio di famiglia, Duccio del Duca, con la parola heritage testimone dell’eredità e della consapevolezza che il marchio porta con sé.

Sfogliando le pagine della storia, tra passato e presente

Duca Heritage è lo sguardo di oggi al mondo della calzatura. Nelle pagine della storia vi è lo scarpificio aperto dal nonno nel dopoguerra, una delle esperienze calzaturiere italiane  protagonista dagli anni ’50.

Francesco cresce tra le scatole di scarpe affiancando il nonno nel suo lavoro, nell’edificio adiacente al muro di casa. Lavorava qui, d’estate, alternando questo lavoro allo studio, respirava il profumo del mastice: 

la scarpa ha lasciato l’impronta in me 

intervista a francesco costantini

Dopo gli studi da avvocato, decide di tornare al prodotto della sua infanzia; inizia gestendo con micro licenza una linea piccola di calzatura per marchio da bambina, Magil. Oggi quello che Duca Heritage vuole fare è proporre una scarpa coordinata al look. Un prodotto calzatura destinato a boutique di ricerca e micromarchi evitando loro la ricerca del fornitore. Quello che in gergo è chiamata la funzione dell’ “uomo-prodotto”, o meglio, in questo caso, di Shoes Converter. Si tratta di essere partner nello sviluppo e nella fornitura di linee di calzatura per i brand di abbigliamento che vogliono completare le loro proposte total look rimanendo fedeli alla propria identità e alla propria offerta. intervista a francesco costantini

Dagli stivali da pioggia agli zoccoli, dalle sneakers alle friulane

Molteplici collaborazioni e un numero ristretto di fornitori tra calzaturifici e aziende specializzate, selezionati negli anni, ognuno con prodotti caratteristici e artigianali. Allo stesso tempo lo stare al passo con i nuovi trend della moda sempre in evoluzione, questo è Duca Heritage. Insieme a Francesco Costantini abbiamo scavato nel profondo della storia di quella che è oggi una calzatura in forte tendenza, la friulana.

Innanzitutto le chiediamo come sono nate le friulane? E’ vero che erano usate nell’ 800 a Venezia dai gondolieri e dalle cortigiane?

Originariamente, di elegante e modaiolo le friulane avevano ben poco: nacquero nell’Ottocento come scarpe povere delle campagne friulane usate nelle feste di paese o nella cerimonie familiari. Erano cucite a mano dalle donne a partire da materiali di scarto. Da un certo punto in poi per le suole, ad esempio, si riciclarono i copertoni usati delle biciclette (quasi, se vogliamo, in un ottica moderna di recupero). Dopo la Prima guerra mondiale arrivarono a Venezia, dove si diffusero moltissimo tra i gondolieri perché erano antiscivolo, garantivano una buona stabilità e non rovinavano la verniciatura delle barche. Allo stesso tempo, erano usate nelle corti veneziane dalle cortigiane che dovevano scivolare nei corridoi senza farsi sentire, la suola in questo caso era foderata in velluto. Dalla fine del 900 diviene un prodotto comprato dai turisti di un certo calibro e cultura della moda.

La moda delle friulane dunque, non è adesso, ma c’è da sempre.

Queste scarpe come hanno conquistato il pubblico? Hanno conquistato anche quello internazionale? C’è appeal all’estero?

Ad oggi la moda di queste calzature dura da 3-4 anni, ma si tratta semplicemente di un ritorno, di riutilizzo e di ricommercio di una scarpa che non è mai tramontata e che è un vero e proprio passepartout adatto ad ogni occasione. Io mi sono approcciato a questa scarpa quando era già in voga, ma ho deciso di cavalcare l’onda proponendola a realtà che la possono considerare e valorizzare. Si vedono ai piedi di attori e nella maggioranza delle boutique soprattutto in Italia, in particolare a Venezia e Milano, tanto che è molto probabile che siano state le star internazionali che dopo averle comprate in vacanza in Italia, le abbiano fatte conoscere anche negli altri paesi accrescendo la loro fama. intervista a francesco costantini

intervista a francesco costantini
Duca Heritage – friulane.
Si tratta di calzature artigianali, quanto conta l’artigianalità per voi? L’artigianalità deve essere sostenuta da un prezzo elevato, è questo il motivo degli alti costi di queste calzature? Cosa ne pensa invece, al contrario, di una produzione fast fashion delle friulane? Che lei sappia c’è chi l’ha già intrapresa?

Le produzioni di questa scarpa sono basse rispetto alla richiesta perché si tratta di una nicchia di artigianalità che decide di rimanere piccola senza ampliare la produzione a catene più ampie come possono essere quelle del fast. La maggior parte delle famiglie artigiane che le realizzano si trovano a San Daniele del Friuli, in Friuli Venezia Giulia e in piccoli paesi limitrofi. intervista a francesco costantini

Vi sono innegabilmente delle differenze di prezzo: questo dipende chiaramente dal fatto che all’interno della filiera sia previsto un fornitore o passaggi intermedi, ma dipende anche dai materiali utilizzati. La ricetta della “friulana doc” prevede la realizzazione con ago e filo su tessuto di velluto, con punto a vista e cucitura evidente sul lato. Oggi questo metodo non è più utilizzato in toto poiché si preferisce creare delle friulane che risultino a prodotto finito molto più comode e con una tenuta superiore: delle friulane 2.0, più indossabili. intervista a francesco costantini

La produzione dunque rimane ristretta. Uno dei negozi che possiamo definire, in tale ambito, la madre della mode calzaturiere è il negozio di ricerca Zoe a Bassano del Grappa, un rivenditore di marchi sempre al passo con i tempi e generatore di forti tendenze. Secondo lo stesso, le friulane vengono affiancate oggi agli zoccoli, perché: dove c’è la friulana ci sono gli zoccoli e viceversa. Per quanto riguarda la distribuzione più ampia, invece, tra i grandi marchi, si possono citare Boss e Larusmiani che le includono nelle proprie collezioni.

Un tipo di commercio ancora più ampio è quello dell’online, ma a mio parere l’e-commerce è soltanto una panchina del 2020, per questo non ho pensato di includere questo strumento nella mia attività.

«La scarpa ha lasciato l'impronta in me»: intervista a Francesco Costantini di Duca Heritage
Zoe Bassano.
Il tessuto utilizzato è il velluto, c’è chi pensa di rinnovare proponendo le friulane anche in raso e pelle condivide?

La friulana è in tessuto ed ha la suola in gomma. Questi sono i materiali della bellissima calzatura fin dall’antichità. La suola è determinante a mio parere: alcune suole sono oggi in cuoio, ma quelle non sono delle friulane! Se pensiamo al materiale della calzatura, invece, sì, vi sono molte varianti e sperimentazioni, soprattutto nei tempi recenti. Vengono utilizzati materiali particolari come tessuti d’arredo, materiali da sposa, di recupero, tecnici, anche non nobili di composizione come il nylon e materiali delle mute subacquee, poi anche jacard e kimoni giapponesi. I primi marchi a portarsi su questa linea sono Ibrigu e il marchio di abiti da sposa Elisabetta Delogu.

Come mai c’è un ritorno della scarpa bassa? Forse è una conseguenza diretta della pandemia perché come molti dicono ricordano le pantofole? Se non per stile almeno per comodità?

La scarpa friulana era già tornata un po’ di tempo prima della pandemia, ma sicuramente è stata molto più considerata in concomitanza con la stessa. Durante il periodo è stata scelta anche solo per uso casalingo, poi però ci si è resi conto che si tratta di una calzatura davvero troppo comoda per non essere utilizzata anche all’esterno. Per questo ne vengono create oggi versioni sempre diverse e nuove che si adattano molto bene all’uso all’esterno. Alcune sono state progettate anche con micro-tacco con la volontà di unire la comodità con lo stile outdoor. Nonostante tutto però le friulane continuano ad essere un modo per stare all’interno delle mura di casa con grazia e femminilità e permettono di abbandonare le tradizionali e semplici calze.

intervista a francesco costantini intervista a francesco costantini

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