Arte

L’AMICIZIA DI FRIDA KAHLO E LEO MATIZ

 

FRIDA KAHLO E LEO MATIZ Lui un fotoreporter colombiano nato a Macamondo. Lei pittrice, ma non surrealista «non lo sono mai stata, ho sempre dipinto la mia realtà, non i miei sogni» ha continuamente affermato.

Pitture cariche di verità come carichi di verità sono i trentacinque scatti esposti dal 14 gennaio alla Ono Arte Contemporanea di Bologna, ritratti dell’artista messicana realizzati da Matiz, in cui oltre a emergere uno scorcio del quartiere di Coyoacan a Città del Messico, in cui Frida crebbe, affiora un luogo fatto di rivoluzioni e guerre misto alla gioia e speranza.

Quei sentimenti in cui Frida Kahlo

Quei sentimenti in cui Frida Kahlo non smise mai di credere neanche dopo l’incidente che le inflisse ferite interiori ed esteriori che le cambiarono la vita. Era il 17 settembre 1925 mentre tornava a casa da scuola il pulmino sul quale viaggiava era stato travolto da un tram, una tragedia che l’allora diciottenne Frida trasformò in esperienza. «Non sono morta e, per di più, ho qualcosa per cui vivere; questo qualcosa è la pittura» così disse alla madre appena la vide dopo il terribile infortunio.

Il suo letto a baldacchino- FRIDA KAHLO E LEO MATIZ

Il suo letto a baldacchino, quello in cui fu costretta a vivere per tre anni divenne il luogo della sperimentazione: con uno specchio fisso davanti a lei continuava a ritrarre la sua immagine trasformando l’arte che fino a pochi anni prima aveva considerato un divertissment, un gioco oltre lo studio, la sua più grande passione.

Ci vollero tre anni per riprendersi, immediatamente dopo incontrò Diego Rivera, il più grade muralista messicano, lo sposò due volte, gli perdonò tradimenti, ma gli fu grata tutta la vita per averle inculcato lo stile naïf. Quadri, piccoli autoritratti ispirati all’arte popolare ed alle tradizioni precolombiane atti per affermare la propria identità messicana. La stessa che emerge dagli scatti di Leo Matiz in mostra.

 

 

Frida Kahlo. Fotografie di Leo Matiz

Dal 14 gennaio al 28 febbraio 2016

Ono Arte Contemporanea, Bologna

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