Moda

LE DONNE ETEREE E DELICATE DI PICCIONE PICCIONE

Piccione Piccione in  questa collezione Primavera Estate 2017 racconta un’emersione. Salvatore Piccione ci presenta un  mondo visto dalla prospettiva di chi sta sott’acqua e percepisce le immagini leggermente distorte, i colori più acidi, i movimenti rallentati ma sente anche la ricchezza emotiva di ciò che lo circonda in maniera autentica, senza filtri, senza protezione. E decide di risalire in superficie.

Piccione Piccione si ispira  al romanzo di Jeffrey Eugenides “Il giardino delle vergini suicide” e al bellissimo film che Sophia Coppola ne ha tratto nel 1999: il fragile mondo di vetro di quattro adolescenti viene incrinato irrimediabilmente dalla volontà dei genitori di preservarlo. Nella collezione Piccione Piccione  Primavera Estate 2017 idealmente le ragazze riescono a trovare una via autonoma verso il mondo e non scelgono di rifiutarlo. La loro dimensione, in equilibrio tra innocenza e realtà, raggiunge una perfezione eterna, uno stato che non ha più bisogno di essere superato.

La dimensione cromatica della collezione, contrastata ma tonale, richiama il lavoro del fotografo Tim Walker che è riuscito a rappresentare lo stupore infantile attraverso le immagini di un mondo meraviglioso ma illusorio, sensorialmente piacevole ma artificiale.

Pizzi, sangalli, ricami, stampe, materiali e colori hanno una delicatezza esasperata e sviluppano un racconto ossessivo che ruota intorno agli stereotipi del femminile accendendolo di contemporaneità. I colori delicati che vanno dal rosa ai lilla con tocchi di menta aiutano la fusione visiva di strati di leggerissimi tessuti diversi: le trame articolate dei pizzi vengono stampate e poi ricamate e infine smorzate da frange. Le stampe digitali, da sempre key items del brand, sono romantiche rappresentazioni sottomarine elaborate attraverso la freddezza logica del computer e fissano su materiali preziosi come lo chiffon o il raso di seta il tema del cambiamento, dell’evoluzione, della crescita verso un mondo adulto.

“Sapevamo, finalmente, che le ragazze erano in realtà donne vestite da bambine, che erano in grado di capire l’amore e perfino la morte e che il nostro compito era solamente quello di creare un rumore sufficiente ad affascinarle.” Jeffrey Eugenides, The Virgin Suicides

 

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