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Le durezze della guerra nelle due “perle” del Mittelfest 2011

Le pièce di Marinella Anaclerio e di Renato Sarti ci aiutano a riflettere su un tema che purtroppo non passa mai di moda. Di Maria Grazia Gregori

 

Nell’ambito di Mittelfest 2011, dedicato al grande tema delle nazioni e dell’identità,  uno spazio fondamentale è stato dedicato al grande spettro che appena ieri ma ancora oggi affligge i popoli della Mitteleuropa: la guerra. Certo questa angosciosa realtà che ha accompagnato la storia, il farsi e disfarsi, l’ascesa e la decadenza di questi Paesi, ancora oggi resta una ferita molto profonda, difficile da rimarginare.

Diversi sono stati gli spettacoli che sulle ribalte di Cividale  ce l’hanno raccontata, ma due sono quelli che  sia per la scrittura, sia per le specificità narrative,  sia per la realizzazione,  hanno coinvolto  gli spettatori. Primo fra tutti Guerra, dramma crudo e violento del drammaturgo svedese Lars Norén, rappresentato per la prima volta in Italia con la regia  di Marinella Anaclerio: per chi scrive, lo spettacolo non solo più affascinante ma più importante della rassegna.

In scena dentro una casa diroccata , circondata dal filo spinato, c’è il vuoto totale dei sentimenti, della dignità, della coscienza. Tre donne sole, vittime di stupri e di violenze, sono le immagini viventi dell’orrore  dei cosiddetti effetti collaterali  di una guerra (siamo forse nella ex Jugoslavia), finita  facendo terra bruciata  non solo dei vinti ma anche dei sopravissuti. Una no woman’s land, una terra di nessuno tutta al femminile, dove la presenza dell’uomo – sia quelli di casa sia i “liberatori” – è contrassegnata da un possesso violento, dall’umiliazione.

Madre e figlie sembrano aspettare la spinta  per uscire da una vita che per loro significa prostituzione, paura, perdita di qualsiasi umanità. Il ritorno del marito e  padre cieco, che si credeva morto, è l’occasione per le tre donne e per il fratello del reduce, amante della moglie di lui,  di uscire dal girone infernale  che le rinchiude: liberandosi di lui che è il corpo estraneo, forse addirittura la vittima disegnata.

Ma vittime in questo spettacolo – interpretato con bravura  da Manrico Gammarota, Antonella Attili, Pietro Faiella, Cristina Spina, Ornella Lorenzano – che Marinella Anaclerio ha messo in scena  con la forza esemplare di una parabola del nostro orrore quotidiano, lo sono un po’ tutti  come tutti sono  carnefici perfino di se stessi.

? invece  una castissima lettura a due voci, ma quanto mai coinvolgente,  Goli Otok, “isola della libertà”, dice la traduzione. E mai ironia fu più grande, visto che in quest’isola  usata da Tito come un vero e proprio campo di concentramento, furono rinchiusi, bollati come traditori, quelli che dopo la rottura al Cominform fra Jugoslavia e URSS, rimasero fedeli a Stalin. Si racconta la storia di  Aldo, nato a Fiume negli anni Venti, che  si sente libero di ricordare  il suo passato solo quando la vita lo porta in Italia, a Monza, dove fa l’operaio. Una storia terribile, scandagliata con rigore e pudore da Renato Sarti, che ha riservato per sé il ruolo di chi interroga e nello stesso tempo prende coscienza  di questo tremendo passato, una vergogna per anni e anni tenuta nascosta. Una storia di torture, soprusi, vessazioni,  che potevano coinvolgere anche  i familiari dei reclusi, che andavano “rieducati” e che dovevano pentirsi  di qualcosa a cui credevano ancora e di cui solo più tardi compresero l’inganno.

Aldo, voce di una battaglia e di una fede tradita, in questo vero e proprio corpo a corpo con l’orrore, è Paolo Bonacelli: grande, umanissimo interprete di questa passione laica, che ci si augura riesca a diventare uno spettacolo, senza però perdere per strada la nudità dura e forte di questo primo approccio.

Maria Grazia Gregori

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GUERRA
di Lars Norén
regia Marinella Anaclerio
scene Pino Pipoli
con Manrico Gammarota, Antonella Attili, Pietro Faiella, Cristina Spina, Ornella Lorenzano
produzione Compagnia del Sole – Panart – Diaghilev
con il sostegno del Comune di Bari
Prima nazionale
progetto MittelFest: La Guerra mangia l’Anima
durata 105 minuti

GOLI OTOK
Isola della Libertà
di Renato Sarti
lettura con Paolo Bonacelli e Renato Sarti
produzione Teatro della Cooperativa
Anteprima nazionale
 progetto MittelFest: La Guerra mangia l’Anima
durata 70 minuti

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