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Le interviste di Myword: Jack Jaselli

In partenza col tour estivo l’artista milanese fa il punto dopo una stagione intensa

Possiamo dire che Jack Jaselli si è davvero fatto da solo. Il cantante e chitarrista milanese infatti non si è mai fermato davanti a niente, ha sempre suonato ovunque gli capitasse macinando live su live, ha creduto in un sogno e dopo due dischi e centinaia di concerti ha raccolto i frutti: dall’apertura dei concerti dei Negramaro negli stadi ad un lungo tour che gli ha permesso di allargare il suo raggio d’azione. E, instancabile, passerà l’estate suonando e preparando un nuovo album. Ne ha parlato insieme a noi di Myword.

– Arrivi da una lunga serie di date che per la prima volta ti hanno portato su e giù per l’Italia in maniera strutturata. Cosa ti è rimasto del tour invernale?

Siamo in tour da Ottobre e ci prenderemo una pausa solo a fine Settembre perciò abbiamo avuto e stiamo avendo modo di vedere tante diverse situazioni. Quello che più mi è rimasto sono le storie di chi ci segue, e il racconto di cosa abbia fatto loro incrociare la nostra strada. Così come vedere che ci sono fortunatamente piccole realtà che mettono passione ed energia nel costruire occasioni per fare musica in ogni parte d’Italia.

 

– La formazione della band è piuttosto insolita: due chitarre, batteria, e un grande uso dei cori. A chi ti sei ispirato? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di un assetto live come questo?

I vantaggi di un assetto così numericamente esiguo sono l’agilità negli spostamenti e la possibilità di suonare davvero ovunue, dai palchi più piccoli che si possano immaginare a quelli degli stadi. La formazione è nata da circostanze tanto fortuite quanto fortunate: l’esperimento delle registrazioni del mio ultimo disco. Inisme a Max Elli (chitarra) e Nik Taccori (batteria) abbiamo capito che così, in tre, avremmo potuto creare un nostro suono, quasi “sous contrainte” e da lì, se mai, muoverci ed arricchirlo. L’uso delle voci è parte fondamentale dell’arrangiamento dei brani e dei nostri ascolti prediletti, dai Beatles ai Beach Boys, da The Band ai Fistful of Mercy, dagli Steely Dan ai Blind Boys Of Alabama.

 

– Quali sorprese dovremo aspettarci per il tour estivo?

Qualche nuovo brano e una scaletta differente.

 

– Qual è il tuo concerto del cuore, quello che per te è stato il concerto perfetto?

Ce ne sono troppi che mi sono rimasti nel cuore. Alcuni con un pubblico enorme, altri con poche persone. Ma la cosa che li accomuna è la certezza che i concerti magici li fanno in egual misura chi sta su e chi sta giù dal palco.

 

– Dalle decine di concerti milanesi ai live in tutta Italia, dai club agli stadi: com’è cresciuto il tuo pubblico? Hai notato delle differenze?

Sicuramente aver avuto momenti esposizione mediatica ampia hanno fatto in modo che il nostro pubblico ora sia più vasto e ancora più variegato sia in termini di età che di gusti musicali. Mi rende orgoglioso vedere che chi ci ha seguito fino dall’inizio è rimasto al nostro fianco e che ormai i nostri fan si aspettano di tutto da noi, da dischi e concerti molto intimi a live e canzoni con molta energia.

 

 

– Se ti guardi indietro, da quando hai iniziato ad oggi, cosa provi?

La conferma che la direzione è giusta, e tutto l’affetto raccolto.

 

– In che stato ti sembra la musica italiana? Cosa pensi della situazione attuale?

La musica italiana ogni tanto mi sembra un po’ sofferente. Credo che da una parte tendano a formarsi delle nicchie che talvolta si chiudono un po’ troppo a riccio. Le realtà più consolidate invece mi paiono a volte un po’ poco inclini al rischio e più propense alla conservazione dello status quo. Io credo che abbiamo bisogno di un serio confronto ad armi pari con ciò che c’è fuori dai nostri confini. E so che questo spetta ai musicisti e alle piccole realtà, perchè la nostra discografia più istituzionale mi sembra in tale ambito alquanto impotente e pavida.

 

– Componi in inglese. Hai mai pensato di provare a sbarcare oltralpe?

Certo che sì. La direzione e l’intenzione mirano lì.

 

– E invece a scrivere un pezzo in italiano? Lo faresti, se ti venisse richiesto?

Scrivere in italiano è una cosa che faccio con piacere, ma per altri.

 

 

– Chi ti segue dal vivo ha già sentito molti pezzi nuovi…troveranno una forma registrata?  Oggi ha ancora senso parlare di dischi?

Credo che molto del materiale nuovo che abbiamo suonato nel tour abbia superato la “prova del fuoco” e pertanto troverà il suo posto nel prossimo album. Ha senso parlare di dischi come raccolte di canzoni, legate da un senso, da un suono e da un’idea. Non ha forse più molto senso parlare di dischi come “prodotti” e tasselli del business musicale. Credo che la loro collocazione oggettuale possa essere sempre più simile a quella del merchandise della band o artista più che a un oggetto appartenente all’indusria musicale.

 

Le date di questo tour toccheranno tutta Italia, con una sopresa speciale: dopo l’apertura della scorsa estate sui palchi di San Siro e Olimpico, Jack suonerà nuovamente prima dei Negramaro all’Hard Rock Live Roma Music Festival in Piazza del Popolo sabato 12 luglio.
Qui sotto le date dell’ I need the sea Summer Tour:

26/06 – SHERWOOD FESTIVAL – Padova
01/07 – BORGHI E FRAZIONE IN MUSICA – Castelmaggiore (BO)
04/07 – FESTIVAL – Pavia 
05/07 – HARD ROCK RISING “ON THE ROAD” TOUR – Lido di Jesolo (VE)
06/07 – HARD ROCK RISING “ON THE ROAD” TOUR – Firenze
11/07 – MIDSUMMER FEST – Carugate (MI)
12/07 – HARD ROCK LIVE ROMA MUSIC FESTIVAL – Roma
13/07 – EUCALIPTUS BEACH – Pineto (TE)
15/07 – NOTTURNI MUSICALI – Tremezzo (CO)
18/07 – ONDALUNGA (PENINSULA) – Padova
19/07 – NIMBUS (PENSINSULA) – Pietrasanta (LU)
23/07 – BOTEGOHOME – Treviso
27/07 – BACARDÌ ISLAND – Isole Tremiti
04/09 – HOMEROCK FESTIVAL – Treviso

L’ultimo video di Jack Jaselli “Out of comfort”:

 

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