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Luisa Beccaria

Milanese per nascita e siciliana «per matrimonio», l’eclettica stilista si racconta, svelando i perché di un successo che ha valicato l’Oceano, facendosi apprezzare fino a Hollywood Non chiamatelo bon ton. Sarebbe riduttivo. È certo uno stile molto femminile, elegante, raffinato quello della stilista Luisa Beccaria, ma lontano mille miglia dall’immagine della moda «da signora» che a volte si identifica con le due paroline spesso sinonimo di perbenismo datato. È invece frutto di una costante e impegnativa ricerca su tessuti, materiali fogge e forme lo stile sofisticatamente glamour della Beccaria, designer milanese di illustri origini, ma che ama definirsi anche siciliana per «matrimonio». Unione codificata con il consorte Lucio Bonaccorsi, aristocratico catanese, ma unione intrinseca e fortissima anche con una terra che ama, che la ispira e la affascina per i suoi inquietanti e sublimi contrasti.
Beccaria: «Paesaggi incontaminati, luce surreale, colori abbaglianti. Immagini quasi di un altro pianeta, che mi hanno colpita sin da piccola, quando con i miei genitori, a sette anni, ho attraversato tutta l’Italia per arrivare in questa isola magnifica che da allora mi è rimasta nel cuore. E che ho imparato ad amare e soprattutto rispettare a volte di più della gente del luogo.»
La passione per anni vissuta in una tenuta alle falde dell’Etna si è poi tradotta nella ristrutturazione di un palazzo/castello barocco e del suo borgo in provincia di Siracusa, che Luisa ha restaurato pazientemente per abitarlo nei periodi di vacanza con la numerosa famiglia. In punta di piedi, Luisa e Lucio hanno riportato in vita l’imponente struttura all’interno di una tenuta di famiglia, che aveva «dormito» per più di cento anni. Con la ferrea volontà di lasciare all’esterno i segni del tempo, pur creando all’interno ambienti confortevoli, ma ariosi, puri, per permettere al magnifico e incantato paesaggio di entrare da ogni finestra, liberamente, invadendo occhi e cuore.
B.: «Sono queste le immagini che riemergono in me a Milano quando disegno. Qui immagazzino emozioni, colori, odori, sapori, troppo forti per lasciare spazio, al momento, alla creatività, che necessita quiete e spesso un ambiente asettico per sublimare la bellezza ed per esprimersi al meglio. Qui invece fermo ogni cosa nella memoria. Nel mio studio poi i ricordi vengono fuori e si traducono in linee, forme, colori, e poi in abiti dove l’atmosfera siciliana ha sempre un posto privilegiato, non fosse altro che nei contrasti poetici che definiscono la mia moda.»
Un’aerea gonna fiorata può quindi perfettamente convivere con la giacca di tweed maschile, mentre foglie fiori di piante siciliane si stagliano nitide su golfini soffici come neve. Sono luci ed ombre isolane; echi dichiarati ed evidenti di una terra estrema capace di appagare i sensi e lo sguardo, tuttavia, mai in modo rassicurante o tantomeno rilassante.
B.: «La Sicilia è per me un continuo stimolo. È un luogo dove riesco a dimenticare tutto e tutti, ma che momento per momento mi trasmette quasi un’ansia da eccesso di bellezza autentica, che in modo struggente mi lega a questa terra in una continua alternanza di amore e rabbia, per il modo in cui è spesso stata violata la natura con scempi architettonici, abusi edilizi e interventi dissennati .»
Lontana da tutto questo, isolata e gelosamente custodita, la tenuta tra i monti Iblei, è diventata il «Buen retiro» della famiglia Beccaria/Bonaccorsi, che sarebbe meglio definire la famiglia «Lu», visto che oltre a mamma Luisa e papà Lucio anche i cinque figli hanno nomi che iniziano con le stesse lettere: Lucilla 20 anni, Lucrezia 17, Ludovico 13 e mezzo, Luna 9 e Luchino 4 e mezzo.
Tutti insieme appassionatamente riuniti in un sereno ritorno alla civiltà contadina, «Che apprezzo e ammiro profondamente – continua Luisa – tant’è vero che qui siamo quasi autonomi: abbiamo latte, pane cotto nel forno a pietra, frutta, verdura, olio e vino deliziosi e genuini da condividere con amici e ospiti in una ritrovata familiarità di altri tempi, merito anche della straordinaria generosità e disponibilità dei siciliani, che ben lontana dalla frenesia della città, sembra un lungo sogno.»
Un sogno che poi tradotto in abiti ha affascinato donne e dive come Gwyneth Paltrow, Nicole Kidman, Jennifer Lopez, Julia Roberts, Julianne Moore, attratte dalla magia e dalla unicità degli abiti di Luisa. Mai convenzionali, romantici eppure grintosi e soprattutto eclettici e trasformisti, capaci di assecondare ogni tipo di personalità, di adeguarsi al corpo e all’anima di chi li indossa. In quell’indissolubile binomio di luci ed ombre, di contrasti forti ma accattivanti che – come in Sicilia – riescono a convivere nelle poetiche creazioni di Luisa.
(14 dicembre 2004)
Nelle foto, Luisa Beccaria con la figlia maggiore Lucilla

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