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Molta Italia al festival di Teheran

Il nostro critico Andrea Porcheddu fa parte della giuria. In cartellone Societas Raffaello Sanzio, Koreja Teatro, Muta Imago e Faber Teatrer. Apre un monologo di Peter Stein Al via la ventinovesima edizione del Fadjr International Festival di Teheran. Per chi, come chi scrive, ha il compito non facile di far parte della Giuria, l’impegno si preannuncia non facile. Il Festival, infatti, è un enorme contenitore di proposte, diviso in diverse sezioni, con spettacoli di provenienza diversissima.

Naturalmente ampia è la presenza iraniana, ma non mancano in cartellone lavori di diverse provenienze. Curiosamente nutrita e di qualità la "delegazione" italiana invitata alla manifestazione: Societas Raffaello Sanzio (con Storia dell’Africa Contemporanea); Koreja Teatro (con l’attesissimo Passione delle Troiane: qui a Teheran la compagine leccese, già presente alle passate edizioni del Festival, gode del favore del pubblico); i Muta Imago (con due spettacoli: Leve (a+b)3) e i torinesi Faber Teater con Anabasi, evento "di strada" tra musica e performance.

Spettacolo d’apertura il monologo di Peter Stein, che interpreta il suo Faust Fantasy (su musiche di Arturo Annecchino eseguite da Giovanni Vitaletti), ma il pubblico iraniano potrà anche vedere lavori provenienti da Sud Corea, Polonia, Russia, Svizzera, Cina, Estonia, Germania, Repubblica Ceca, Grecia.

La città, con i suoi 15milioni di abitanti, è una megalopoli invasa dal traffico: e complicato sembra spostarsi tra i venti teatri usati dal Festival per le rappresentazioni. Ma il pubblico locale non si scoraggia di certo: quasi tutti i lavori registrano già il tutto esaurito, all’insegna di una curiosità e di una passione per il teatro (soprattutto internazionale) che connota gli spettatori, in particolar modo i giovani, di Teheran.(andrea porcheddu)

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