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Napoli Festival: si dimette Rachele Furfaro

Con la presidente della Fondazione Campania dei Festival, organizzatrice del NTFI, hanno rimesso il mandato anche i consiglieri Sattaflores e Santalmassi. Sono un centinaio i lavoratori disoccupati La vicenda dell’azzeramento dell’intera struttura che ha realizzato negli ultimi tre anni il Napoli Teatro Festival Italia ha registrato giovedì le dimissioni di Rachele Furfaro, presidente della Fondazione Campania dei Festival, che aveva vinto il bando emesso dal Ministero dei Beni e Attività culturali per l’organizzazione dell’evento, il più importante per dimensioni e durata dell’intero panorama teatrale nazionale. Con Furfaro hanno presentato le proprie dimissioni anche i consiglieri della Fondazione Riccardo Sattaflores e Giancarlo Santalmassi.

Non sono bastati dunque i videomessaggi che tanti artisti italiani e internazionali avevano inviato ai lavoratori – un centinaio, compreso il direttore artistico del festival, Renato Quagliariuniti per un "grazie" collettivo alla città giovedì sera. Invocando l’applicazione del decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010, la giunta regionale guidata da Stefano Caldoro ha infatti revocato tutti i contratti a termine (praticamente la totalità), lasciando a terra l’intero gruppo di lavoro che stava già operando per la prossima edizione della manifestazione, la quale dovrebbe svolgersi dall’8 al 26 giugno prossimi.

Il condizionale naturalmente è d’obbligo, dal momento che non sono state finora avanzate soluzioni alternative, se si eccettua quella che potremmo definire "l’autocandidatura" del neo-direttore dello Stabile partenopeo, Luca De Fusco, a sua volta imposto anzitempo al Mercadante in luogo di Andrea De Rosa. Secondo il direttore "revocato" Quaglia, poiché il programma della prossima edizione è pronto (tanto che alcuni artisti sono già impegnati nelle prove), tecnicamente sarebbe ancora possibile "salvare" la manifestazione. Un’opzione che Quaglia e i suoi sarebbero pronti a garantire, "pur di non disperdere lo straordinario patrimonio di questa Fondazione".

Il licenziamento ha riguardato circa 100 lavoratori i cui contratti erano stati stipulati o prorogati a partire dal 31 luglio 2009. Come ha ricordato Furfaro nel corso della conferenza stampa con la quale ha annunciato le proprie dimissioni, la Fondazione aveva ritardato l’applicazione del decreto legge in forza di un parere emesso a richiesta dal Dipartimento di Diritto dei Rapporti Civili dell’Università Federico II, ribaltato tuttavia in seguito ai ricorsi alla magistratura amministrativa, che ha dato infine ragione a Palazzo Santa Lucia, sede della Giunta regionale.

Sembra dunque concludersi così – al netto di eventuali strascichi di fronte al giudice del lavoro – il percorso di una manifestazione che ha provato – riuscendoci, almeno in parte – ad eguagliare grandi eventi internazionali come il festival di Avignone o il Fringe di Edimburgo. C’è comunque da augurarsi che questo percorso non venga completamente azzerato, magari prendendo a pretesto ancora una volta la tagliola selettiva della crisi economica. Sarebbe l’ennesima "storia" italiana: nata faticosamente, cresciuta "miracolosamente" fra mille difficoltà e schiantata non da ragioni inoppugnabili (risulta che i bilanci, grazie anche ai generosi finanziamenti ricevuti, siano sempre stati in equilibrio), ma da questioni che hanno poco a che vedere col merito e, temiamo, molto con l’esigenza di sostituire a "vecchi" amministratori altri più in sintonia con i mutati orientamenti politici. (enzo fragassi)

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