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NTFI. Anteprima Lepage con Lipsynch

Il celebre regista canadese è il protagonista dell’anteprima del Napoli Teatro Festival Italia. In scena il 29 e 30 maggio nell’ex Birreria di Miano. Il suo nuovo lavoro dura complessivamente nove ore Una maratona del linguaggio, un lungo viaggio vertiginoso in luoghi insospettati dell’io e della comunicazione. Questo è Lipsynch, il nuovo lavoro della compagnia Ex Machina creata dal genio artistico di Robert Lepage. Il regista canadese, noto per i suoi grandiosi allestimenti e le sofisticate regie liriche, è il protagonista dell’anteprima del Napoli Teatro Festival Italia sabato 20 e domenica 30 maggio. Il festival vedrà poi svolgersi il suo programma ufficiale dal 4 al 27 giugno.

Dopo aver affrontato con acceso sperimentalismo le possibilità del visibile in spettacoli come The Busker’s Opera (premio Ubu 2005) e The Andersen Project, Lepage e il suo gruppo di lavoro hanno deciso di concentrarsi sulle variazioni dell’udibile, dando vita a uno spettacolo ambizioso e impegnativo, che durerà circa nove ore, dalle due del pomeriggio alle undici di sera, con cinque intervalli.

"Confondiamo spesso voce, discorso e linguaggio – scrive il regista – Si tratta in realtà di tre cose ben distinte. Lipsynch riguarda il loro significato specifico e la loro interazione nella comunicazione moderna." Assistiti da un apparato tecnologico d’avanguardia, nove attori-cantanti si alterneranno in scena esprimendo lo straordinario accompagnamento che la voce assicura a ogni tappa dello sviluppo umano, dai primi vagiti del neonato nella culla ai virtuosistici vocalizzi dei cantanti lirici.

"Questa impresa ci ha portati in luoghi insospettati – scrive ancora Lepage – lungo un viaggio vertiginoso che ci ha obbligati, in quanto singoli individui impegnati in questo progetto artistico, a scavare quanto mai in profondità in noi stessi. La voce è un meccanismo interno che trova la sua estrema espressione all’esterno del corpo. Ma per esaminarla e cercare di comprenderla appieno, occorre prendere distanza dagli stimoli visivi e scendere là dove la voce è "radicata".

Il Festival di Napoli, diretto come nelle precedenti edizioni da Renato Quaglia e promosso dalla Fondazione Campania dei Festival con il supporto delle principali istituzioni statali e locali, ha deciso di ospitare un evento così speciale nel grande spazio riadattato della ex Birreria di Miano, un luogo sufficientemente ampio, in grado di ospitare il palcoscenico da 700 metri quadrati di Lipsynch (che in inglese indica il cantare in playback, muovendo appunto le labbra in sincrono con la voce registrata, senza emettere suoni). Uno spazio che conserva ancora evidente la sua originaria funzione produttiva, testimonianza di un tempo che è trascorso ma anche emblema di una nuova opportunità di sviluppo, all’insegna dell’arte performativa. (e.f.)

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