OLDANI, ARRIVA IL D’O 3.0
Nel giorno in cui ospita la presentazione di un’ottima etichetta, Davide Oldani – abituato a sorprenderci attraverso i piatti della sua tavola – annuncia importanti novità per il suo locale, il ristorante D’O. Ma andiamo con ordine. L’occasione di un pranzo dallo chef stellato è il vernissage di alcuni ottimi vini dell’Azienda Agricola Manicardi, di Castelvetro in provincia di Modena, famosa per il suo aceto ma anche ottima produttrice di vino.
Insieme a un menu appositamente studiato – che andava da una vellutata-spaghetti di zucca e briciole di amaretti a un dolce fatto di cioccolato, caffè, sale e mou gelato, passando per il cotechino-zabaione in salsa alla birra e lenticchie beluga – 4 “new entry” di vini Manicardi hanno fatto il loro esordio: Spumante Brut Rosé “Fabula”; Pignoletto D.O.C.; Lambrusco Grasparossa di Castelvetro D.O.C. “Vigna Cà del Fiore; Lambrusco Grasparossa di Castelvetro D.O.C. Amabile.
Finite, come si suol dire, le presentazioni, lo stesso Davide Oldani ha parlato in anteprima dell’evoluzione del suo ristorante D’O, che andrà in scena in Italia a fine maggio (puntualità dei lavori di ristrutturazione permettendo) dopo l’esordio estero già avvenuto in quel di Manila, con il nome di Foo’d, all’interno di un hotel della catena Shangri-La. Il ristorante D’O aprirà infatti una sede attigua a quella storica di San Pietro All’Olmo (che scomparirà) e che sarà ben cinque volte più grande. Il nuovo locale rappresenterà, come si è detto, l’evoluzione non solo esteriore, ma anche concettuale, del Ristorante D’O. “Una sorta di D’O 3.0” spiega Oldani “che sarà sia una cucina con tinello dove mangiare sia un centro di ricerca e sviluppo”. Tra le idee innovative del nuovo corso, un laboratorio per condividere, in partnership con 22 aziende, l’idea etica di una cucina artigianale portata avanti dal D’O.
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