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Spettacolo,  Cinema

Oliver Stone: i 5 personaggi indimenticabili della sua filmografia

Oliver Stone compie 70 anni: regista corrosivo e provocatore, ha saputo raccontare come nessuno l’anima nera degli Stati Uniti, la forza corruttiva del potere ed il suo fascino

Oliver Stone compie 70 nel giorno che precede l’esordio nelle sale americane del suo ultimo, discusso, film: ‘Snowden‘.

Stone è, ed è stato, il narratore e cronista epico degli Stati Uniti d’America e del suo immaginario politico e spettacolare: un regista capace di scegliere temi scomodi e controversi e di raccontarli da vero maestro della provocazione.

La sua filmografia – ondivaga per qualità – è un’intensa rassegna sui retroscena di alcuni momenti cruciali e temi della storia e della cultura americana: la guerra in Vietnam e la controcultura degli anni sessanta, raccontati in ‘Platoon‘, ‘Nato il quattro luglio‘, ‘The Doors‘;

le saporite figure di leader politici in ‘JFK-un caso ancora aperto‘, ‘Gli intrighi del potere‘ e ‘W.’; la tv e la società dei consumi in ‘Natural born killers‘; gli anni ottanta e la sete di denaro in ‘Wall Street‘. Nella sua opera sono presenti carrellate di personaggi straordinari: ispirati a persone realmente esistite (di volta in volta satireggiate, abilmente mistificate, idealizzate) o inventate. Ricordiamo così i cinque migliori ritratti della sua filmografia:

Sergente maggiore Robert “Bob” Barnes in Platoon: Tom Berenger è il sadico è sfigurato Bob (indimenticabile la sua maschera di cicatrici, che richiedevano, ogni giorno, tre ore di pazienza al trucco per il povero attore): forza della natura che decide la distruzione di un villaggio vietnamita con un schiocco di vita e attenta con furia cieca alla vita del suo stesso comandante.

 Oliver Stone scelse l’attore che avrebbe dovuto interpretare Barnes usando una logica invertita: affibiò il ruolo sadico a Berenger perché ai tempi impegnato e identificato in ruoli agli antipodi, posati e da ‘bravo ragazzo’; stesso discorso è valso per Willem Defoe, il quale, avvezzo a vestire i panni del violento si ritrovò a interpretare in ‘Platoon’ un personaggio mansueto e positivo. Entrambi- grazie alle convincenti interpretazioni – riceveranno una nomination per l’Oscar.

Gordon Gekko in Wall Street: il personaggio più noto dei film di Stone, il più amato e odiato, l”uncle Scrooge’ teletrasportato negli avidi anni ottanta. Finanziere senza pietà, corruttore e padre mancato dell’ingenuo e ambizioso Fox, interpretato da Charlie Sheen.

Gekko è l’icona del rampantismo americano alla Donald Trump (a renderli simili  è il culto del denaro, non l’abilità e l’intelligenza, di cui l’attuale candidato repubblicano non sembra fare vanto), un filosofo postmoderno che profetizza dagli svettanti grattacieli di Manhattan, ma Gekko è anche un tipo umano estinto, una figurina sociale del tempo passato. Ciononostante tornerà al cinema, sempre interpretato da Michael Douglas, nel sequel del 2010 ‘Wall Street – il denaro non muore mai‘.

Jim Morrison in The Doors: Val Kilmer è Jim Morrison, Jim Morrison è Val Kilmer. Chi ha visto il biopic di Oliver Stone prima di ascoltare i dischi del gruppo americano troverà il cantante e l’attore due figure quasi interscambiabili. Durante la sua spedizione da soldato in Vietnam, tra gli orrori e la noia sperimentata in guerra,

l’ascolto dei Doors era uno dei pochi sollievi di Oliver Stone, che decise di omaggiare la band e sopratutto il suo leader con un film che celebra il ‘Re Lucertola’ in tutti i suoi eccessi: la droga, la megalomania sciamanica, il culto dionisiaco della poesia e del sesso. Ray Manzarek, il tastierista del gruppo, criticò aspramente Stone per le sue scelte e per aver dato un ritratto disonesto ed grottesco del collega scomparso. E non fu l’unico a mettere alla berlina la psichedelica carovana kitsch del film.

Mallory Knox in Natural Born Killers: film dal gusto tarantiniano, pieno di eccessi e sfide al buon gusto. Il ritratto di una coppia di criminali, ‘Bonnie & Clyde’ ai tempi allucinatori della tv, accompagnati nelle proprie gesta violente dalle note apocalittiche di Leonard Cohen e del suo brano ‘The future‘. Rimane tutto questo, del film di Stone, ed è indimenticabile il ritratto di Mallory, alias Juliette Lewis, frenetica e folle fatina cresciuta nel deserto, ‘salvata’ dalle violenze del padre dall’ugualmente folle Mickey Knox, interpretato da Woody Harrelson.

Tony D’amato in Ogni maledetta domenica: una squadra di football americano in profonda crisi morale e di risultati, diventata un termitaio di conflitti e ostilità. Anche l’allenatore, Tony D’Amato, sembra ormai al capolinea, ma saprà riaversi e trovare la strada della vendetta. Al Pacino non è solo un allenatore, è il delirio in persona, un uomo preso da un uragano, che urla per sopravvivere e continuare a dominare: un capitano Achab che corre in tuta per i verdi campo da football. Tony D’Amato è semplicemente il ritratto di allenatore e motivatore più espressionista e indimenticabile degli ultimi trent’anni di cinema.

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