Dolce&Gabbana The Cut
Moda

Perché nessuno ha potuto cancellare Dolce&Gabbana? The Cut riaccende la questione

Moda, polemiche, scandali e accuse, The Cut si chiede: Perché nessuno ha cancellato Dolce&Gabbana?

In un momento in cui l’identificazione tra marchio e valori è diventata centrale nel mondo della moda, la storia di Dolce&Gabbana sembra mettere in crisi questo binomio consolidato.  Why Couldn’t Anybody Cancel Dolce&Gabbana? Si chiede Tahirah Hairston, editor del The Cut. Mostrarsi attenti alle questioni sociali, alle sorti delle minoranze e alle discriminazioni, è davvero necessario per avere successo nell’industria della moda? 

La sfilata evento dello scorso agosto a Venezia pullulante di celebrities, la ripresa del fatturato e il valore del marchio, la decisione di entrare nel mondo della cosmesi, sembrano dire di no. Per Dolce&Gabbana non è necessario. 

Dolce&Gabbana AltaModa The Cut
Dolce&Gabbana AltaModa Venezia

Il brand fondato dal tuo italiano nel 1985, non è estrano a scivoloni social, accuse di razzismo e polemiche. Ma invece di intraprendere percorsi di riabilitazione come altri brand hanno fatto, tra cui Chanel, Gucci e Prada, assumendo un responsabile della diversità e dell’inclusione, Dolce&Gabbana va dritto per la sua strada, investendo invece sul rapporto con le celebrities, da sempre centrali nel suo business. Si chiama Lucio di Rosa, il nuovo responsabile delle relazioni VIP, che lavorerà per consolidare e incrementare uno degli aspetti cardine nella storia del marchio. Nonostante le varie polemiche e gli strafalcioni social, sono infatti diverse le celebrità che continuano a sostenere e indossare gli abiti del marchio emblema dell’italianità nel mondo. 

Dal 2012 all’articolo di The Cut: cosa è successo a Dolce&Gabbana?

I fatti che hanno portato il duo italiano ad essere accusato di razzismo e poca sensibilità verso le tematiche importanti, sono iniziati nel 2012. Nel 2012 gli orecchini che ricordano le statue coloniali Blackamoor, statuette che romanzano la schiavitù e la vita nelle piantagioni, l’anno dopo l’accusa di aver partecipato ad una festa in blackface. 

Poi l’intervista rilasciata a Panorama nel 2015 in cui Stefano e Domenico sostenevano la famiglia tradizionale, si schieravano contro la gestazione per altri e contro l’adozione per le coppie dello stesso sesso. Ma la lista continua. I sandali “alla schiava”, il cui nome venne cambiato post polemica insorta sui social, il sostegno a Melania Trump e le t-shirt #Boycott Dolce & Gabbana e i commenti indelicati di Stefano Gabbana sotto le foto di Selena Gomez, con conseguente ira dei suoi fan.

E poi l’apice con la questione cinese. Nel 2018, poco prima di uno spettacolare evento programmato a Shangai, scoppia la polemica per alcuni videoclip pregni di stereotipi sulla cultura cinese. Pizza, spaghetti e bacchette. Esplode la polemica e dall’account di Stefano Gabbana, a detta sua hackerato, partono commenti tutt’altro che carini sulla Cina, che ricordiamoci, è tra i Paesi più influenti nel mercato del lusso.

Dolce&Gabbana Polemica Cina
Dolce&Gabbana e le polemiche con la  Cina

Le conseguenze non tardano ad arrivare. C’è chi brucia più di 20.000 dollari di abiti Dolce&Gabbana (come il regista e scrittore Xiang Kai), mentre alcuni e-tailer di lusso (come Net-a-porter) decidono di eliminare dalle piattaforme i prodotti del brand. Notevoli poi le conseguenze a Milano.

Rinascita e coerenza di Dolce&Gabbana dopo le polemiche the cut

Eppure nonostante alcuni avessero annunciato il funerale del marchio, già dal 2019 Dolce&Gabbana ha iniziato la sua ripresa, tornando, secondo la piattaforma Lyst, tra i primi 20 marchi più ricercati nel primo trimestre del 2019. La moda ha la memoria corta? 

Sebbene sembri che i clienti della moda stiano sicuramente diventando più svegli e più vocali sui loro canali social, i dati suggeriscono che non stanno necessariamente seguendo quando si tratta delle loro decisioni di acquisto.

Affermava Katy Lubin, vicepresidente per le comunicazioni di Lyst. Gli scandali e le polemiche nella moda hanno un ciclo di vita breve, che dura circa da una presentazione all’altra. 

Quello che questa vicenda sembra dimostrare è che, nonostante l’importanza della moda nel farsi media e strumento per battaglie sociali, nonostante l’importanza di progetti di sensibilizzazione, gli acquisti sono slegati dalla logica dei valori e della molare. Mostrarsi sensibile a determinate tematiche, è apprezzabile ma non è necessario, per avere successo nel mondo della moda. E se il successo di Dolce&Gabbana derivasse dalla sua coerenza?  

Di Michela Frau 

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