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Registi alla prova

Molti i debutti di rilievo. Arturo Cirillo alla prima prova scespiriana con Otello, Massimo Castri alle prese con un vaudeville, Tommaso Tuzzoli affronta Wedekind e Roberto Bacci dirige l’estroso brasiliano Cacà Carvalho. Esordio drammaturgico per il critico Roberto Barbolini Arturo Cirillo, attore e regista napoletano di talento, legatissimo alla sua lingua e alla sua terra, è finora passato con disinvoltura da Scarpetta a Ruccello, da Petito a Molière, ma dal punto di vista della messinscena non si è mai misurato con Shakespeare. Quella che affronta per lo Stabile delle Marche non è per giunta un’opera "minore", ma un dramma denso di implicazioni come Otello: è dunque da vedere il suo spettacolo, fino a domenica 8 al Piccinni di Bari, poi da mercoledì 11 al Teatro Sperimentale di Ancona (la tournée 2009-2010 dello spettacolo).

Il risveglio di primavera, uno dei capolavori di Frank Wedekind, il grande autore tedesco precursore dell’espressionismo, non figura fra i testi più frequentati dai giovani registi di oggi: sembra dunque interessante verificare come il trentenne Tommaso Tuzzoli, dopo avere efficacemente allestito I re di Julio Cortazar e Il sentiero dei passi pericolosi di Michel Marc Bouchard, si accosta a questo testo sull’universo inquieto dell’adolescenza. La "prima" è venerdì 6 al Nuovo Teatro Nuovo di Napoli.

Roberto Barbolini è un critico teatrale raffinato, di lunga e fedele militanza, nonché autore di romanzi e racconti di successo. Per il suo esordio da drammaturgo ha voluto portare alla ribalta la figura di uno scrittore suo conterraneo, il modenese Antonio Delfini, personalità di spicco del mondo letterario del secolo scorso, la cui memoria appare oggi un po’ in ombra. Nel suo testo, Io parlo ai perduti, da martedì 10 al Teatro delle Passioni di Modena, Barbolini ne fa il protagonista di una serie di incontri emblematici attraverso il Novecento. La regia è di Claudio Longhi.

Massimo Castri è uno dei registi più autorevoli e severi del teatro italiano: sembrava quasi impensabile, fino a ieri, una sua ipotetica evasione nel repertorio "leggero". Proprio per questo suscita ora curiosità la sua scelta di cimentarsi con un celebre vaudeville del 1912, La presidentessa, di Maurice Hennequin e Pierre Veber, incentrato su una piccante soubrette scambiata per la moglie di un maturo giudice: lo spettacolo, affidato a un gruppo di giovani attori, debutta giovedì 12 al Teatro Bonci di Cesena.

Sempre da giovedì 12, al Teatro Era di Pontedera, l’estroso attore brasiliano Cacà Carvalho – già protagonista anni fa di una proposta pirandelliana fuori dai canoni – interpreta L’ospite segreto, una riflessione sul rapporto tra ciò che siamo e il "personaggio" che incarniamo, tra la nostra essenza e il ruolo che ci impone la società, tratto dai consigli che un grande maestro della scena francese, Louis Jouvet, impartiva ai suoi allievi. La regia è di Roberto Bacci, la drammaturgia di Stefano Geraci.

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