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Rider, svolta dell’Ue: da assumere come lavoratori dipendenti delle aziende di delivery

Rivoluzione rider: l’Ue approverà un pacchetto che li considera lavoratori dipendenti

I rider secondo l’Ue sono da considerare lavoratori dipendenti subordinati delle piattaforme digitali. E devono essere assunti con contratti conformi e adeguati a questo ruolo. Una vera rivoluzione, considerato che finora i giganti dell’economia digitale li hanno sempre considerati come prestatori d’opera indipendenti.

Mercoledì la Commissione europea approverà il pacchetto lavoro del Commissario Nicolas Schmit. Una volta accolto dal Parlamento e dal Consiglio sarà una legge vera e propria a cui gli Stati membri dovranno adeguarsi.

L’assunzione da parte del datore di lavoro comporterà una serie di tutele, come la previdenza. Non si prevede un obbligo di contratto a tempo indeterminato. I limiti temporali saranno scelti in base alle norme nazionali. Ad esempio, in Italia il tempo determinato non può superare i tre anni.

Rider riconosciuti dall’Ue come lavoratori dipendenti

Un altro aspetto della direttiva riguarda l’utilizzo di algoritmi e intelligenza artificiale per valutare l’operato del singolo rider. Infatti, la votazione lasciata dai clienti attraverso le app di delivery rientra in una serie di dati che compone una sorta di pagella del lavoratore.

In questo modo, si capisce se quel dipendente è stato efficiente o meno, e quindi se può essere confermato. Si tratta comunque di un algoritmo a computer, privo di alcun rapporto diretto tra datore di lavoro e dipendente.

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Il pacchetto della Commissione Ue prende spunto da alcuni modelli già presenti in Europa. Il riconoscimento del lavoro subordinato, infatti, era già avvenuto in Francia, Germania e Spagna attraverso un contenzioso legale. In Italia era intervenuto in questo senso il tribunale di Palermo.

È prevedibile che fino a mercoledì si consumerà una battaglia da parte dei giganti del web per correggere questo impianto. Anche se l’Europarlmento è già orientato a confermare la nuova direttiva.

Intervento Ue sui rider: raddoppiati in tre anni

In soli tre anni i rider sono più che raddoppiati. Nel 2018 erano 695mila, mentre oggi sono 1 milione e mezzo. Tra loro sono in maggioranza uomini tra i 30 e i 49 anni, con un diploma di liceo o istituto professionale, che spesso utilizzano come secondo impiego per una media di quattro ore al giorno.

Le principali aziende della gig economy sono Glovo, Deliveroo, UberEats e JustEat. Quest’ultima applica il contratto della logistica. Gli altri, invece, usano un contratto siglato Assodelivery con Ugl, che lega il salario minimo alla singola consegna.

A ottobre il tribunale di Milano ha condannato Uber per caporalato. Deliveroo, invece, è stata multata per aver violato i dati dei propri rider.

 

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Editor: Susanna Bosio

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