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Sergio Mattarella non si ricandida alle prossime elezioni al Quirinale: lo stop al bis

Stop al mandato bis: Sergio Mattarella alle prossime elezioni al Quirinale si tira fuori

Sergio Mattarella, ormai da settimane oggetto del dibattito politico a tema prossime elezioni, da segnali indiretti ma chiari sullo stop al bis. Il prossimo gennaio infatti non accetterà un secondo mandato. Fa leva sulla necessità di un principio di non rieleggibilità.

Le prossime elezioni al Quirinale

A gennaio, inizieranno le votazioni per il prossimo Presidente della Repubblica Italiana. A 7 anni dalla nomina di Sergio Mattarella, durata del mandato del Presidente, le nuove elezioni sono ormai prossime. La sfida al Quirinale si aprirà in Parlamento la terza e la quarta settimana di gennaio 2022.

Sergio Mattarella si tira fuori: diversi sono i segnali

Arrivano segnali chiari dal Presidente uscente Mattarella, per cui il mandato bis appare sempre più lontano. Un primo segnale arrivò già a inizio anno, quando commemorando Antonio Segni, Mattarella aveva sottolineato la sua contrarietà alla rieleggibilità di un Capo dello Stato. Fu letta da subito come una sua indisponibilità per il prossimo settennato. Ora Mattarella, con un secondo chiaro segnale, lo ribadisce, confermando la sua definitiva volontà di non portare a termine un secondo mandato, quando il settennato scadrà il prossimo 3 febbraio.

Mattarella non si ricandida

La conferma di questa volontà, arriva proprio dal Presidente in persona. Lo fa citando l’ex Presidente Giovanni Leone. Egli infatti in un messaggio inviato al Parlamento il 15 ottobre 1975 chiese di introdurre la:

non rieleggibilità del Presidente della Repubblica con la conseguente eliminazione del semestre bianco.

Sergio Mattarella lo cita in un incontro al Quirinale in occasione dei 20 anni della morte di Giovanni Leone, l’appena passato 9 novembre, in carica al colle tra il 1971 e il 1978.

Sergio Mattarella
Giovanni Leone – Ex Presidente della Repubblica

Mattarella e la non rieleggibilità

Sergio Mattarella, condivide l’idea per cui il settennato, mandato di un Presidente della Repubblica Italiana, sia più che sufficiente a garantire una certa continuità nell’azione dello Stato, ed è opportuno introdurre in Costituzione il principio della non immediata rieleggibilità del Presidente.

Solo così si può procedere all’eliminazione del semestre bianco, periodo in cui il Presidente può sciogliere le camere. Questa volontà, è frutto del convincimento dello stesso Mattarella: essere rieletto significherebbe creare una prassi. Ciò pregiudicherebbe la “libertà” dei Presidenti futuri della Repubblica, che potrebbero muoversi guidati dall’idea di due settennati consecutivi, in positivo o in negativo.

Il Quirinale e la corsa di Mario Draghi

Gli occhi puntati erano tutti sui candidati favoriti: Sergio Mattarella e Mario Draghi. Ora che il primo ha dato la sua risposta, tutti si spostano sul Capo del Consiglio.

Da mesi c’è il tentativo di tirarlo dentro il dibattito della corsa al Quirinale, e lui da mesi lo sta schivando. Rimane in silenzio: Draghi non ha mai chiesto di andare al Colle, ma non l’ha nemmeno mai escluso pubblicamente. Molti partiti concordano sul trasferimento di Mario Draghi da Palazzo Chigi al Quirinale, per ovviare al problema del rinnovo del Capo di Stato.

Ma di fondo le opinioni di ciascun partito hanno diverse sfumature. C’è anche chi preferirebbe che Draghi rimanesse in carica fino al 2023, per conludere le attività di governo, in quanto impegnato nella manovra di bilancio e senza lasciare il Pnrr a metà.

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