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Sesta giornata, il posticipo: Aramu ferma di nuovo il Torino. E’ 1-1 a Venezia

Sesta giornata, il posticipo: Venezia sotto di un go poi un rigore riporta i veneti in parità. Delusione Toro

La sesta giornata di serie A si è chiusa con il posticipo Venezia-Torino. Quella di stasera era la 40ma volta che le due squadre si affrontavano tra massimo campionato, Serie B e Coppa Italia. Il risultato finale è un pareggio che si aggiunge ai 13 precedenti a fronte di 14 vittorie granata contro le 12 dei Lagunari. Non si affrontavano dal 2005, quando erano entrambi in Serie B. All’epoca vinse il Torino, che aveva concluso una serie di successi veneti ogni volta che li avevano affrontati.

Sesta giornata, Venezia-Torino: Brekalo porta in vantaggio i granata. Aramu su rigore punisce gli ospiti

Venezia-Torino, il finale della sesta giornayta di Serie A. Questa sera allo stadio Penzo di Venezia i neopromossi hanno ospitato il Torino. I padroni di casa, contrariamente alle aspettative della vigilia, sono scesi con un 4-4-2, con il tandem Okereke-Johsen in attacco. Henry dunque in panchina ancora. Il tecnico degli arancioneroverdi Zanetti fa anche dei cambi sulle fasce, inserendo Kiyine e Crnigoj. Il Toro invece scende con nove undicesimi della squadra che ha pareggiato con la Lazio, con la differenza che ci sono Ansaldi e Lukic.

I veneti subito pericolosi già al 16′ con Okereke che di testa sfiora il motante da due passi. Al 24′ ecco il vantaggio Venezia: Mazzocchi serve per Johnsen che calcia in rete. Tuttavia, era partito da fuori giocc dunque, gol anullato.  Nella ripresa ecco le azioni più salienti: a 56′ Brekalo servito da Singo piazza la palla dell’ 1-0. I Lagunari non mollano e al 78′ arriva il rigore per loro. Djidji atterra Okereke, prendendosi il rosso e lasciando così il Toro in dieci. Va Aramu al dischetto: pareggio Venezia. Nel recupero entrambe le squadre hanno delle occasioni per tornare in vantaggio: prima il venezia con unapunizione di Kiyine, poi il Torino con Mandragora. Termina dunque 1-1 tra Venezia e Torino.

Nel post-partita sono intervenuti gli allenatori ai microfoni di DAZN. Ecco la l’opinione di Ivan Juric sul risultato del posticipo:

Una partita tosta, loro stanno molto dietro e cercavani di ripartire. Abbiamo fatto abbastanza bene, ma potevano fare di più. Il rigore è stata la conseguenza che non abbiamo fatto bene. Questo andamento delle partite è segno che si poteva fare di più.

“Singo è un ragazzo giovane, bisogna ricordare che l’anno scorso non si allenava neanche in orima squadra. Tuttavia, il fatto che stasera abbia fatto quell’assist lì è il segno che è già cresciuto molto. Penso che siamo all’inzio del percorso. Abbiamo comunque fatto già tante cose bene, peccato che abbiamo diverse assenze importanti. Sono coumunque convinto che siamo sulla strada giusta

Djidji? Per me è una rande scoperta in positivo, perché da quando l’ho scoperto in ritiro è molto bravo. Come sta interpretando il ruolo da terzo dietro non posso dire nulla. Ci sta che faccia errori, lui ha comunque la mia stima“.

Più ottimiste le parole di Paolo Zanetti, che strappa così un punto prezioso in questo posticipo del Monday Night:

Dal punto di vista agonistico, abbiamo ottenuto un punto importante. Noi siamo senza esperienza ma abbiamo concesso poco. Ho visto altre suqadre che hanno già lottato con il Torino subire molto di più. Il 4-4-2 è stata una scelta tattica, non volevo dare loro dei punti riferimento. di fatto gli abbiamo dato loro qualche grattacap”

“I cambi? Chi è entrato dalla panchina ha fatto comunque bene, però sono contento delle mie scelte. Busio e Ampadou hanno fatto molto bene. Hanno spessore, quando vedi dei giovani che hanno spessore meritano di essere lanciat”

“Ripeto, a noi manca l’esperienza: non tutti i giocatori hanno militato in serie A, per me stesso è la mia esperienza da allenatore nel massimo campionato. Credo che in questa categoria non si possa prescindere dalla qualità. Dobbiamo poi consolidare lo spirito di gruppo, far crescere i nostri ragazzi qualitativamente. Molti giocatori nostri fanno 30 ma non 31. Ecco, devono imparare ad essere giocatori di Serie A”

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